Dai domiciliari al carcere, arrestato dai Carabinieri di Squinzano

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Foto MancaCampi Salentina (Le) – Non c’è pace per Giovanni Matteo Manca, squinzanese, già finito nel mirino delle Forze dell’Ordine per questioni di droga nonostante i suoi soli 25 anni. Per lui si sono riaperte le porte della casa circondariale di Lecce; a far scattare le manette ai suoi polsi, i carabinieri della Stazione di Squinzano, in esecuzione di un’ordinanza del Tribunale di Lecce – Ufficio G.I.P. che ha aggravato la precedente misura di arresti domiciliari.

 

Si, perché il Manca era appunto sottoposto a quella misura cautelare, nella sua casa in paese, in relazione a quanto avvenuto il 10 maggio 2014, quando sempre quei militari lo avevano arrestato perché sorpreso in possesso di ben un chilo di marijuana.

Ne era seguito prima un periodo di detenzione carceraria, poi l’attenuazione e la conversione nella reclusione cautelare nella sua casa. A quanto pare, però, lui non ha tenuto granché in conto le limitazioni e prescrizioni connesse: prima fra tutte, non avere contatti con persone estranee ai familiari conviventi, e men che mai con precedenti anche solo di polizia o comunque coinvolte in illeciti.

La voce era giunta proprio ai Carabinieri della locale stazione che hanno deciso di vederci chiaro. Una serie di servizi di osservazione discreta, appostamenti, lunghe ore trascorse nelle vicinanze di quel domicilio, confusi tra la gente in abiti civili.

Ed ecco il jolly: il 9 luglio, di primo pomeriggio, i militari notano un altro giovane noto per i suoi precedenti recarsi a casa di Manca e ci colloquia anche a lungo; fermato altrove per un controllo, poco dopo, quel giovane viene trovato in possesso di 4 grammi di hashish. Quel colloquio non è il primo verificato dagli investigatori (a metà giugno avevano “pizzicato” il loro obbiettivo mentre si intratteneva a parlare con altri due giovani estranei al suo nucleo familiare, ed anch’essi vicini ad ambienti delinquenziali), ma era certamente il più grave tra gli episodi registrati.

Immediata è partita la segnalazione all’autorità giudiziaria, con richiesta di ripristino della custodia cautelare in carcere: proposta che Procura della Repubblica e Giudice per le indagini preliminari hanno accolto in pieno. Così, ancora una volta il citofono di casa di Giovanni Manca ha suonato; dall’altra parte, però, stavolta non c’era un visitatore inopportuno, ma i militari della Stazione di Squinzano.

Ed è scattato il ritorno in carcere.