Guagnano (Le) – Dopo 75 anni, a Guagnano sta per ritornare dalla Russia, la piastrina militare identificativa dell’artigliere Vittorio Ingrosso, che, durante la Seconda Guerra Mondiale, era dislocato sul fiume Don.
Vittorio, un guagnanese, nonno di Fabio Leone, nacque nel 1922 e dopo una lunga, laboriosa e a tratti travagliata esistenza si spense serenamente nel 1995, all’età di 73 anni.
Come narra Fabio Leone, ricordando i racconti del nonno: “Vittorio, fatto prigioniero dai russi, riuscì a fuggire dal fronte tornando in Puglia a piedi e con qualche mezzo di fortuna; era solito raccontarci che fu proprio una famiglia russa ad offrirgli momentaneamente rifugio e poi ad aiutarlo per la sua fuga. Mio nonno in seguito ha sempre sofferto di congelamento ai piedi, causa le temperature estreme della Russia e il contatto diretto con la neve. Non fece mai riferimento a quella piastrina che probabilmente gli fu strappata o che fu lui stesso, forse, a buttare via per non essere più identificabile prima del suo faticoso ritorno in patria”
Ma come è avvenuto il ritrovamento della piastrina militare?
Fabio Leone specifica che: “Tutto è avvenuto grazie alla segnalazione di Renza Martini, che si è accorta della presenza della piastrina sul noto sito di aste online EBay tramite annuncio di un venditore russo e di Daniele Lanzilotto, che ha provveduto a contattare la mia famiglia, intercettando conoscenti in comune. La piastrina è una sorta di carta di identità dell’epoca che i soldati portavano appesa al collo come segno di riconoscimento. Sembra che quella di mio nonno sia stata fortuitamente ritrovata da un cercatore di reperti fra la città di Boguar e il fiume Don, dove centinaia di carri armati russi accerchiarono le truppe italiane dopo battaglie sanguinose che costarono la vita a moltissimi dei nostri. La piastrina ora è in viaggio verso il nostro domicilio; attendiamo quindi con grande emozione di avere fra le mani la traccia di un vissuto importante, indelebile, riavuta indietro per un bellissimo caso del destino”.
Al riguardo è da anche segnalare che molto attivo è stato anche il gruppo facebook ARMIR –sulle tracce di un esercito perduto– impegnato nel ritrovamento di reperti storici e sempre prodigo di segnalazioni e dettagli utili e che ha dato il giusto risalto alla vicenda. Recuperare pezzi della memoria, d’altro canto, è utile a tutti per meglio comprendere la realtà nella quale si vive.