Lecce, cagnolina di 2 mesi chiusa in un sacchetto e abbandonata nei pressi di un cassonetto di Via Birago. Andrea Guido, delegato al randagismo, decide di adottarla.

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IMG 3509-1Lecce – Era chiusa in un sacchetto riposto accanto ad un cassonetto dei rifiuti, malnutrita, disidrata e a un passo dalla morte. Succede a Lecce,  lunedì mattina, in Via Dalmazio Birago.
Una cucciola meticcia dai tratti somatici che ricordano i Pittbull è stata abbandonata nel cuore del quartiere universitario di Lecce, magari sotto gli occhi di chissà quanti passanti. Probabilmente sarebbe morta di lì a breve se qualcuno, allarmato dai guaiti disperati della cagnolina, non avesse allertato gli uffici dell’Assessorato all’Ambiente, sede delle associazioni di Guardie Ecozoofile operative in città. Subito è scattata la macchina dei soccorsi e i volontari del corpo delle Guardie per l’Ambiente, seguite dall’Assessore Guido in persona, nei minuti successivi, si sono recati sul posto per accertare la situazione e prestare il primo soccorso alla bestiola. Le condizioni si sono mostrate sin da subito critiche, tanto che lo stesso assessore ha deciso di portare subito la cagnolina, deperita e completamente disidratata, presso lo studio veterinario del Dott. Vaglio il quale ha prestato le prime cure.

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“Ho deciso di pensare per prima cosa a salvare la vita della bestiola – dichiara oggi l’Assessore all’Ambiente – così, viste le condizioni in cui l’abbiamo trovata, lo strazio e lo stress causato all’animale da quell’atto di barbarie, ho fatto in modo che immediatamente potesse ricevere le cure veterinarie necessarie. Subito dopo, però, ho dato seguito ad una denuncia formale contro ignoti per il reato di maltrattamento di animali attraverso il Comando dei Vigili Urbani. E le indagini per risalire al colpevole o ai colpevoli, a quanto pare, sono già in corso. Quella cagnolina, di appena due mesi, per fortuna, non si è data per vinta – continua Andrea Guido – ha lottato con ogni forza ed ha raggiunto la salvezza ma la sua voglia di vivere ha trovato un prezioso allenato nella dea bendata. E purtroppo non sempre è così. Quando sono arrivato sul posto e ho visto quei due occhioni tenerissimi che imploravano aiuto dopo lo sforzo compiuto per uscire dal bustone non ho avuto dubbi, ho deciso immediatamente di adottarla”.

Zoe, dal greco antico “vita”, così ribattezzata dal suo nuovo padrone, adesso sta bene, ma resta lo sconcerto per quanto successo, l’ennesimo atto d’inciviltà contro gli animali.

“Senza i volontari delle associazioni convenzionate con il mio assessorato – conclude Guido – la piccola Zoe probabilmente non sarebbe sopravvissuta: è grazie al loro lavoro, ai loro sacrifici, ed a quello di tutta la rete delle associazioni animaliste presenti sul territorio, che tanti randagi rivedono la luce e ritrovano la speranza di una nuova vita”.

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