Novoli (Le) – Qualcosa di certo parrebbe iniziare a muoversi, quantomeno nell’ottica del pagamento dei debiti, circa 1 milione di euro, avanzati da tanti fornitori del grande evento dell’inverno di Puglia e legato alla festa di sant’Antonio Abate che si svolge nel comune del nord Salento dal 16 al 18 gennaio di ogni anno, da tempo immemore.
Dopo il blocco dovuto al lockdown da Covid19, torna infatti, con l’ennesimo capitolo, l’intricata ed infinita storia dell’ente novolese e dei suoi conti in profondo rosso. La notizia delle ultime ore è comunque importante, ed a fornirla è direttamente l’avvocato Giuseppe Positano, incaricato dal Tribunale Commerciale di Lecce, dopo la consegna dei libri e l’avvio della procedura di sovraindebitamento.
Duplice l’obiettivo da perseguire: da un lato sanare la situazione dell’Ente e pagare con un saldo e stralcio i debiti pregressi ai tanti fornitori della grande festa dell’inverno salentino; dall’altro ritornare ad operare, pianificare ed organizzare la grande manifestazione popolare, rispettando la vocazione nativa della Fondazione cui hanno aderito Regione Puglia, Provincia di Lecce e soprattutto Comune di Novoli.
Proprio su questo percorso amministrativo-contabile, infatti, si incanalano le affermazioni del professionista leccese: “Come già riferito in altre occasioni, dopo una ricognizione della crisi debitoria della Fondazione ‘La Focara di Novoli’ – spiega Positano – unitamente alla fattiva collaborazione del primo commissario straordinario della Fondazione, il dottor Giuseppe Venneri, abbiamo di fatto ottenuto l’impegno da parte dei tre soci fondatori (Comune di Novoli, Provincia di Lecce e Regione Puglia) a finanziare l’operazione di ristrutturazione dei debiti della Fondazione”.
Come è noto, infatti, l’attivo della Fondazione è costituito, oltre che da talune opere artistiche, dai contributi dei tre Enti istituzionali, Comune, Provincia e Regione appunto, che hanno mostrato sensibilità ed interesse a preservare il valore culturale, sociale e religioso della Festa di Sant’Antonio a Novoli, contribuendo al risanamento della Fondazione. Da qui i dettagli dell’operazione.
“La soluzione più idonea per ristrutturare il debito della Fondazione è apparsa quella dell’accordo di composizione della crisi prevista dall’art. 8 e seguenti della legge 3 del 2012 – spiega Positiano – procedura che si sostanza in una proposta che il debitore, con l’ausilio dell’OCC, formula ai creditori, i quali avranno il diritto di accettarla o meno. L’accordo si intende raggiunto se la proposta è approvata da almeno il 60 % dei creditori”.
Poi la precisazione importante. “Presumibilmente entro la fine del corrente anno, la Fondazione depositerà presso il Tribunale di Lecce la proposta di accordo. Il Tribunale, verificati i requisiti di ammissione alla procedura, fisserà con decreto un’udienza, disponendo la comunicazione, a cura dell’OCC, della proposta a tutti i creditori, che dovranno far pervenire il proprio voto. Gli stessi pertanto, non dovranno che aspettare la comunicazione della proposta da parte dell’OCC”.
Ma quali i termini dell’accordo e l’eventuale ristoro? A chiarire questo aspetto fondamentale è lo stesso professore Positano. “E’ evidente che la proposta di accordo non potrà mai prevedere il soddisfacimento integrale di tutti i creditori, quanto piuttosto – precisa – il pagamento in percentuale degli stessi, tenendo conto naturalmente delle cause legittime di prelazione. Taluni crediti, infatti, sono assistiti da privilegio, altri no. In ogni caso, la proposta cercherà di assicurare il soddisfacimento in percentuale anche dei creditori chirografari, cioè dei creditori che non sono assistiti da alcun privilegio”.
L’atto finale sarà poi l’approvazione dai creditori, con l’accordo che verrà sottoposto all’omologazione del Tribunale. L’accordo omologato avrà efficacia nei confronti di tutti i creditori anteriori all’avvio della procedura. I tempi di esecuzione dell’accordo dovrebbero essere piuttosto rapidi, trattandosi di ripartire somme messe a disposizione dai soci finanziatori. Il tutto naturalmente è subordinato alla stessa omologazione dell’accordo.
E se l’accordo tra le parti non ci fosse? “L’alternativa all’accordo di composizione della crisi da sovra-indebitamento, sarebbe la procedura di liquidazione del patrimonio prevista dall’art. 14-ter della legge 3 del 2012, avente ad oggetto la cessione di tutti i beni della Fondazione -conclude Positano-. Procedura quest’ultima che, però, sconterebbe maggiori tempi di esecuzione ed esiti assolutamente incerti, avuto riguardo all’attuale consistenza patrimoniale della Fondazione Focara”.