Trepuzzi (Le) – Solo pochi giorni fa il neo sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, aveva presieduto una riunione con le istituzioni trepuzzine e regionali per discutere il salvataggio Omfesa e la stessa si era impegnata a convocare un tavolo romano previsto per l’11 Marzo alle ore 11, al quale avrebbero dovuto partecipare Assifer, la Regione Puglia, la Provincia, il comune di Trepuzzi e le varie rappresentanze sindacali. Ma ieri è arrivata la doccia fredda per gli operai in attesa di risvolti.
Assifer, l’azienda metalmeccanica romana interessata all’acquisizione dell’azienda salentina, tramite il suo amministratore delegato Giovanni Grassi, ha fatto sapere che non vi sono i presupposti per proseguire il lavoro lasciato in sospeso. Una lettera di poche righe, dunque, quella inviata dall’Ad Grassi all’avvocato della curatela fallimentare Omfesa Carlo Stasi, che non lascia alcuno spiraglio di speranza per i lavoratori, che ancora una volta dovranno fare i conti con la triste e beffarda realtà.
Pare che l’esito negativo della risposta di Assifer sia da attribuire al notevole ritardo con il quale la trattativa è stata avviata. E non è tutto. L’azienda romana nei mesi scorsi, ha manifestato l’interesse di acquisire parzialmente Omfesa, solo per la possibilità di lavorare le 29 carrozze attualmente presenti all’interno dello stabilimento, che costituiscono l’ultima commessa affidata da Trenitalia all’azienda trepuzzina per un valore che ammonta ai 3 milioni di euro. Purtroppo, però, le carrozze sono rimaste per lungo tempo incustodite e prive di manutenzione, ciò ne ha causato un ulteriore deterioramento, tanto che allo stato attuale esse non valgono, in termini economici, più di quanto non valessero fino a sei mesi fa. In pratica, solo sei delle 29 carrozze possono essere lavorate, per le restanti 23 non vi sono le condizioni. Di conseguenza Assifer, per comprensibili ragioni economiche, ha preferito rinunciare.
Punto e a capo, dunque, in una vicenda che sembra non avere fine. Ora si potrebbe solo sperare in una convocazione ministeriale per la riapertura della trattativa, anche se al momento, pare sia solo un miraggio.
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