Operazione “Labirinto”: 33 arresti nel Salento. Un nuovo colpo inferto dallo Stato alla Sacra Corona Unita

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Lecce / Salento – Questa mattina, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Lecce, con il supporto del 6° Elinucleo di Bari e del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (Ba), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 33 soggetti indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione e danneggiamento, con l’aggravante del metodo mafioso.

I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa avviata nel 2015 dal R.O.S. nei confronti di due sodalizi criminali federati al clan “TORNESE” di Monteroni (Le), riconducibile alla frangia salentina della Sacra Corona Unita:

il gruppo capeggiato da Vincenzo Rizzo, operante nell’area di San Cesario (Le), San Donato (Le) e Lequile (Le), con influenza anche nel comune di Gallipoli;

il gruppo capeggiato da Saulle Politi, attivo nei comuni leccesi di Monteroni, Arnesano, San Pietro in Lama, Carmiano, Leverano, Porto Cesareo. Al riguardo, l’attività ha evidenziato come l’ascesa del Politi nel locale panorama criminale sia stata consolidata dagli stretti contatti emersi con esponenti della cosca ‘ndranghetista “MAMMOLITI” di San Luca (RC), dei quali è stata documentata la presenza in occasione del suo matrimonio celebrato nel marzo 2016.

Le indagini hanno documentato l’operatività del clan “TORNESE” intorno alle figure di Rizzo e Politi, risultati sinergicamente attivi nel settore del narcotraffico attraverso un canale di approvvigionamento facente capo ad un gruppo di cittadini albanesi.

In tale ambito, nel corso dell’attività sono stati sequestrati:

  • il 05.12.2015, in Cerro al Lambro (MI), lungo il tratto autostradale A1 “Milano-Roma”, Kg 1,070 di eroina occultata all’interno del vano di una autovettura;
  • il 22.12.2015, presso un’abitazione di Frigole (LE), Kg 1,595 di eroina;
  • il 14.05.2016, in Soleto (LE), gr. 386,70 di eroina e gr. 11 di marijuana.

Con riferimento al gruppo “RIZZO” l’indagine ha accertato:

l’estensione degli interessi criminali nell’area di Gallipoli attraverso la figura di Davide Quintana, locale referente del clan “PADOVANO”, sul cui territorio la consorteria tesseva una rete di spaccio di stupefacenti i cui proventi venivano in parte destinati al sostentamento degli esponenti del sodalizio gallipolino detenuti;

il dinamismo sia nelle estorsioni in danno di attività commerciali nei territori di San Cesario di Lecce, San Donato e Lequile, perpetrate anche attraverso atti intimidatori realizzati con l’uso di armi da fuoco, sia nel controllo dei servizi di security dei locali di intrattenimento. In tale ambito si segnala, il 16.03.2016, un attentato in danno di una macelleria e di un negozio di ottica siti in Lequile.

All’esito delle indagini gli autori dei due episodi delittuosi sono stati identificati in Alessandro Scalinci e Francesco Ingrosso, mentre i mandanti venivano individuati nel capoclan Vincenzo Rizzo e negli affiliati Rodolfo Franco e Tommaso Danese. Affiliati al gruppo “RIZZO” risultavano, tra gli altri, proprio Franco già condannato per associazione mafiosa e considerato vero e proprio luogotenente del boss Vincenzo Rizzo, Tommaso Danese e Fabio Rizzo, particolarmente attivi oltre che nell’attività di traffico di stupefacenti anche nella commissione di atti estorsivi e intimidatori. A questi faceva capo una fitta rete di spacciatori costituita da Massimo Cosi, Vito Bollardi, Antonio Totaro ed altri.

Tra gli affiliati al gruppo “POLITI”, figura di rilievo è quella di Gabriele Tarantino, luogotenente di Saulle Politi, che aveva il compito di tenere i contatti tra il capo clan e gli altri affiliati e, nello stesso tempo, sovrintendere alla gestione delle attività illecite, prima fra tutte quella inerente il traffico di droga. A questi si affianca Antonio De Carlo, elemento di raccordo con il gruppo “RIZZO”.

Nonostante i due gruppi criminali operassero in stretta sinergia tra loro, attraverso la presenza stabile sui rispettivi territori di competenza, è stata tuttavia documentata una fase di frizione tra i due clan per contrasti sorti in occasione dell’approvvigionamento di stupefacenti. Proprio in tale contesto, si è registrato l’attentato dinamitardo nell’ottobre del 2015 in danno del bar di proprietà di Alessandro Quarta, nonché l’incendio dell’autovettura di Rodolfo Franco nel mese di giugno 2016.

In relazione alle attività illecite poste in essere dal gruppo capeggiato da Politi, le risultanze investigative più rilevanti hanno riguardato l’attività di reinvestimento di capitali in attività imprenditoriali molto note nel tessuto economico locale.

Al riguardo, lo stesso Politi è stato interessato per dirimere una controversia di natura commerciale sorta tra due società operanti nel settore ittico, all’esito della quale, grazie al suo intervento, alla “ITTICA GALLIPOLI s.r.l.” di Davide Quintana è stato consentito di riprendere ad intrattenere rapporti commerciali con alcuni dei propri fornitori.