Porto Cesareo (Le) – Il cronista arriva in una Porto Cesareo stordita ed incredula. Nei pressi della casa teatro dei due orribili delitti avvenuti nella notte, i vigili urbani hanno posto i nastri che vietano l’accesso alla casa dell’orrore. È pomeriggio presto, il sole picchia forte su chi è fermo vicino ai muri arroventati e forse, povere pietre inanimate, testimoni inconsapevoli. Poche persone in doloroso e dignitoso silenzio, qualche televisione a riprendere il nulla, come tutti noi.
Il dolore scivola nell’indignazione; e qualche volta cade nelle illazioni. L’incredulità spinge la gente a formulare ipotesi. Si cercano spiegazioni su un movente che possa quanto meno fornire un seme di logica in tanta cattiveria. Ma la logica non può trovare asilo nelle tragedie.
Si parla di una cifra che Luigi Ferrari, una delle vittime, avrebbe prelevato dalla banca qualche giorno prima, e che sarebbe stato il vero obiettivo dei ladri trasformatosi in assassini.
Assassini perché? Forse Luigi li ha riconosciuti? Forse ha tentato di difendere se stesso e la moglie? Forse ha cercato di reagire? Non sono state rilevate effrazioni alla porta d’ingresso. Si parla di una scala poggiata sul retro della casa, e di una finestra aperta diventata la facile password d’accesso di quel nido sereno.
Lei martoriata nel suo letto, lui finito sulle scale mentre probabilmente cercava una via di fuga e di salvezza. Si accenna ad un martello, ad un non meglio identificato oggetto contundente servito per aprire la cassaforte, e subito dopo spargere dolore e morte.
Qualcuno dice che si è sentito un urlo nella notte. C’è chi prega.
Chi chiude gli occhi pensando al sangue rinvenuto ovunque. E alla tremenda sensazione provata dalle vittime di fronte ad una morte certa e vissuta attimo per attimo.
Qualcun altro parla di frammenti di pelle degli assassini ritrovati sotto le unghie delle vittime.
Ma noi non siamo investigatori. Piuttosto testimoni di uno sgomento che non ha via d’uscita.
Noi ci siamo limitati a raccogliere le parole di coloro che conoscevano le vittime.
Luigi ed Antonella, genitori esemplari, persone semplici dedite alla cura della propria famiglia. Luigi ed Antonella, che erano stati colpiti duramente negli affetti più cari quando tempo fa avevano perso una figlia di nove anni a causa di una brutta malattia.
Luigi gestiva al piano inferiore della sua abitazione un circolo dal nome semplice e quanto mai stridente in questa terribile circostanza. Club degli amici. Lì si accoglieva, si ascoltava, si rideva, si guardavano le partite di calcio, si mangiava.
Antonella si occupava dei suoi due figli, anche se da poco avevano entrambi lasciato la casa paterna per formare le loro famiglie. E lavorava come collaboratrice domestica presso alcune famiglie della zona.
Luigi e Antonella che erano felicissimi perché ad ottobre sarebbero diventati nonni di due gemelline, figlie di loro figlio.
Un quadro di una semplicità e apparente serenità indiscutibile.
Nessuno ricorda screzi, litigi, o problemi di alcuna natura che riguardino le due vittime.
Intanto nella casa gli addetti ai lavori hanno scandagliato ogni ferita, ogni indizio, ogni granello di polvere e sangue. Lo spiegamento di forze in campo è notevole. Due carri funebri sono tristemente parcheggiati al lato di quella strada diventata così oscura. Nel cortile, i parenti stretti si abbracciano con occhi pieni di lacrime e stordimento. Non è facile credere a quello che sanno.
Gli stessi abitanti del piccolo centro marino, conosciuto ovunque per la bellezza del suo mare e delle sue spiagge, sono senza parole, e si augurano che presto si trovi il responsabile di questo scempio, per rendere giustizia alle due vittime; e perché in realtà l’assassino o gli assassini possono essere molto vicini a loro, confondersi con loro, vivere nella loro comunità. Sdegno e terrore.
Intanto anche sul territorio sono scattati ingenti controlli. Si hanno notizie di varie perquisizioni avvenute all’interno di abitazioni e imbarcazioni cesarine, anche se ancora niente di ufficiale è dato sapere.
Il Sindaco, Salvatore Albano, ha espresso il suo cordoglio e quello dell’intera Amministrazione Comunale ai familiari delle due vittime, ed ha proclamato il lutto cittadino da oggi, 24 giugno, fino al giorno delle esequie.
È quasi il tramonto, la folla aumenta, dall’interno della casa vanno via gli esperti della Scientifica, restano i Carabinieri, gli abbracci, le lacrime. E due corpi straziati senza un perché.
Il cronista va via a testa bassa, non si può restare freddi davanti a certe storie.
Va via, e si accorge di una bandiera tricolore che il vento di scirocco ha arrotolato sulla ringhiera del balcone, compagna senza vita di un paio di pantaloni anch’essi stesi sotto un sole che non sembra avere senso.
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