Trepuzzi (Le) – Quelle che raccontiamo oggi sono due storie che in comune hanno tanto: due cani indifesi, un metaforico ring e la stessa voglia di vincere una grande battaglia.
La storia del primo Rocky, meticcio di circa due anni, inizia lo scorso 14 Marzo, quando il piccolo malcapitato a quattro zampe è stato ritrovato a Trepuzzi legato con un cappio ad un palo in campagna, sul ciglio della strada.
Il soccorso prestatogli tempestivamente da due giovani ciclisti di passaggio gli ha salvato la vita, mentre le successive analisi mettevano in luce una triste verità: oltre ad essere stato abbandonato, Rocky aveva subito delle violenze confermate dalle tracce ematiche nelle analisi delle feci. Il prezzo da pagare? Il trauma, manifestato soprattutto verso la figura maschile, lo aveva reso inizialmente inavvicinabile, insicuro e diffidente, mentre il responsabile, tuttora non identificato, nelle stesse ore probabilmente rientrava a casa, senza rimorsi, rimpianti, ma soprattutto senza più “scocciature”. Rocky, è in attesa di un lieto fine: essere accolto da una famiglia pronta ad accudirlo con l’amore e la gioia che avrebbe sempre meritato. Tramite annunci, social network e passaparola tra volontari e non, ci si sta dando da fare per salvare il cucciolo e consegnarlo nelle mani di chi ha intenzione di legarlo sì, ma solo al proprio cuore.
{gallery}Gallerie/Rocky{/gallery}
E poi c’è Rocky … Il secondo protagonista di un’altra storia della quale si è tanto parlato in questi giorni e per la quale il finale è tristemente aperto. Questa volta protagonista è un pastore tedesco che nella notte di Martedì scorso è stato picchiato dal suo padrone venticinquenne nell’appartamento in via Dalmazia a Lecce, dove quest’ultimo risiede con altri due coinquilini. Il rumore delle botte, delle minacce di morte e del pianto del cane provenienti dal terzo piano hanno spinto i vicini a dare l’allerta richiedendo l’intervento dei carabinieri. Giunti tempestivamente sul posto, dopo aver affrontato le resistenze del ragazzo, questi ultimi hanno poi soccorso il povero animale sanguinante poiché ferito con una bottiglia in vetro. Ebbene ad oggi l’amaro risvolto: il ragazzo, già ripreso il 22 Febbraio scorso dalle telecamere di un negozio mentre sferrava violenti calci al suo pastore tedesco, sarebbe originario di Trepuzzi. Ad impensierire sarebbe anche il fatto che il suo percorso di studi dovrebbe confluire, per ironia della sorte, in una professione d’aiuto.
Ad oggi cosa resta di queste due storie? L’amaro in bocca, il pianto di un cucciolo, il rimorso nel cuore e un’altra macchia in questo piccolo paese che, suo malgrado, diventa ancora una volta scenario di maltrattamenti verso gli amici a quattro zampe. Proprio loro che, a differenza dei propri indegni padroni, perdonano sempre.
Ad oggi non resta che chiedersi se, nell’epoca dell’infermità mentale che tutti scagiona e a tutti condona, il problema non nasca spesso da una diseducazione all’umanità e al rispetto. In questa jungla di tecnologie e “progresso”, di curriculum da riempire ad ogni costo, del voto confuso con il valore di ogni uomo, bisognerebbe chiedersi quante volte le istituzioni si pongano il problema di misurarne l’umanità. E così accadrà che lo stesso uomo che ieri maltrattava il suo cane, domani potrà farvi l’occhiolino mentre siete in una sala d’attesa, apparendo così come la più cordiale e gentile persona del mondo. Del resto l’Italia è così: chi di spada ferisce, di libertà gioisce.