Da giorni ormai si rincorre sui social una notizia che ha allarmato, e non poco, i guidatori di tutta Italia.
Alla luce di alcune dichiarazioni fatte dal viceministro per i trasporti, Riccardo Nencini, molte testate hanno ingiustificatamente titolato in maniera clamorosa i loro articoli.
A scanso di equivoci, preme qui immediatamente sottolineare che, dal primo Maggio, non vi sarà la sospensione della patente per chi usa il cellulare alla guida ma permane invariata la sanzione amministrativa previgente (161€ riducibili del 30% pagando entro cinque giorni) insieme alla decurtazione di cinque punti dalla patente. La sospensione della patente è prevista esclusivamente come sanzione accessoria nel caso di reiterazione dell’illecito nel giro di un biennio.
Ciò premesso, non si può negare che una riforma del Codice della strada è già in cantiere non fosse che giace in Parlamento da circa quattro anni. Appare molto difficile dunque che entro l’inizio dell’estate si pervenga ad una riforma generale ed omogenea dello stesso, per tale motivo il viceministro aveva paventato la possibilità di un decreto-legge sulle orme del percorso approvativo dell’omicidio stradale.
Tuttavia nulla è stato ancora formalizzato. Una dichiarazione mediatica legalmente non produce alcun effetto modificativo dell’ordinamento sebbene un decreto estivo non si possa escludere. I requisiti d’urgenza per l’utilizzo dell’anzidetto strumento sussisterebbero tenendo conto che tre automobilisti su quattro sono soliti usare lo smartphone al volante e che l’80% dei sinistri stradali gravi sono a ciò dovuti.
Sull’efficacia reale della eventuale norma è arduo fare previsioni, certo è che statisticamente svanito l’effetto-annuncio e salvo la presenza per strada di pattuglie, le malsane e vecchie abitudini tendono ad essere riprese.
L’uso dello smartphone, comunque, non è totalmente vietato purché se ne faccia un uso corretto. È consentito infatti l’uso di apparecchi a vivavoce o dotati di auricolare e che in ogni caso non richiedano l’utilizzo delle mani. Ciò implica automaticamente che non è consentito chattare o navigare sul web.
Prendendo atto dell’impossibilità di un controllo capillare, sarebbe auspicabile quindi che si intensificassero ben più efficaci campagne d’informazione governative volte a ingenerare un flusso collettivo di coscienza sulla pericolosità che determinati comportamenti alla guida possono provocare, senza limitarsi a eventuali decreti-spot rivendicabili in future campagne elettorali.