Squinzano (Le) – Alle 21.50 di ieri sera a Squinzano, il titolare di una ditta idraulica, sita nella zona artigianale, ha sentito voci e rumori provenienti da un’area attigua, cinta da una muraglia alta 2 mt e adibita a deposito di attrezzature edili. Giunto sul posto con il supporto di personale dell’Istituto “Privacy”, attraverso il cancello carraio aperto, ha potuto vedere una vecchia Renault “Clio” semi impantanata e con cavo di traino attaccato. All’interno, vicino a un gruppo elettrogeno da traino, il cadavere di M.R., pluripregiudicato sessantenne trepuzzino.
Dopo la macabra scoperta immediato l’intervento dei Carabinieri. Da una prima ricostruzione, confortata successivamente da una più minuziosa ispezione dei luoghi dell’evento e della stessa vittima, si è potuta escludere la violenza come causa della morte. Verosimile causa del decesso, un infarto.
Probabilmente non aveva agito da solo, poiché nelle vicinanze della prima auto sono state identificate chiare tracce della presenza di un’altra vettura che aveva provato a trainare la Renault. Motivo, quasi certo, della presenza di M.R. presso quell’azienda, un furto di attrezzature: sulla “Clio”, quasi sicuramente in uso alla vittima, sebbene con documenti ancora intestati ad altri, era stato collocato un compressore della ditta in cui si sono verificati gli eventi. Continuano gli approfondimenti per identificare i complici. Sebbene la vicenda sia da subito parsa abbastanza chiara, la scoperta di un cadavere a Squinzano ha fatto presagire immediatamente scenari più foschi; non è mancato quindi l’intervento della Sezione Rilievi del Reparto Operativo e degli uomini del Nucleo Investigativo di Lecce per non lasciare nulla al caso e per dare la giusta collaborazione ai militari della Compagnia di Campi Salentina.