Lecce – In attesa di conoscere l’esito dell’assemblea tra sindacati e lavoratori Lupiae, che ancora attendono il pagamento della mensilità di settembre, con il dubbio che anche le prossime scadenze possano essere rispettate, a parlare oggi è Carlo Salvemini, sindaco del Comune di Lecce, unico socio dell’azienda Lupiae Servizi.
L’intervento del primo cittadino, sull’annosa questione degli stipendi a rischio, è mirato a ribadire come i ritardi non siano dovuti a Palazzo Carafa, che a detta di Salvemini, ha già anticipato i 300mila euro richiesti dall’azienda, al fine di supplire il ritardo del pagamento da parte del Ministero della Giustizia. Così, attraverso una lettera indirizzata ai lavoratori, rettifica, a suo modo, quanto dichiarato precedentemente dai vertici dell’azienda partecipata, che affermavano, in una nota diffusa alla stampa, che il ritardo nella corresponsione degli stipendi di settembre sono “riconducibili al mancato rinnovo da parte del socio Comune di Lecce, o alla mancata proroga delle convenzioni in scadenza al 31 dicembre 2018 per gli anni futuri che, ad oggi, impediscono di fatto la possibilità di far ricorso alla consolidata prassi dell’anticipazione bancaria”.
“Non è il mancato rinnovo della convenzione con il Comune – si legge invece nella missiva del sindaco – a mettere a rischio gli stipendi ma la cronica difficoltà finanziaria della Lupiae e la sua pesante esposizione debitoria. Lo stato d’insolvenza che oggi mette a rischio il pagamento degli stipendi di settembre (e quello dei mesi successivi) è del tutto inatteso – ribadisce il primo cittadino – mai in questi mesi, nelle riunioni avute con gli organi amministrativi, nella corrispondenza ufficiale, negli atti di bilancio, è stato richiamato il rischio di una crisi di liquidità nell’ultimo quadrimestre del 2018. Che dipende da ragioni strutturali che da anni affliggono la società: l’utilizzo della liquidità disponibile, ottenuta anche con il sistematico ricorso ad anticipo fatture, per il pagamento di debiti tributari e previdenziali presenti e passati che priva l’azienda di risorse adeguate al rispetto delle altre obbligazioni”.
Il Comune dunque, nelle vesti di cliente unico della Lupiae, non avrebbe alcun debito da onorare, “avendo sinora pagato tutte le prestazioni ed avendo anticipato addirittura il pagamento di alcune di esse fino al 31/12/2018: tutti gli impegni sono stati onorati e tutte le richieste avanzate dalla società per gestire la liquidità sono state accolte– scrive ancora Salvemini – ultima in ordine di tempo quella del luglio 2018 con la quale veniva chiesta ed ottenuta dal comune un’anticipazione di circa 300.000 euro, la situazione odierna, quindi, non è legata a ritardi o inadempimenti del comune quale cliente”.
Excusatio non petita accusatio manifesta … Nessuno, infatti, ha mai dichiarato che il Comune di Lecce fosse insolvente nei confronti di Lupiae Servizi S.p.a.
Una volta però, chiarita la posizione di Palazzo Carafa, Salvemini si è detto disponibile a sottoscrivere da subito il rinnovo, per gli anni 2019 e 2020, della convenzione relativa al servizio di pulizia degli immobili, per la quale è già stato rilasciato il parere di congruità economica. Tuttavia punto centrale dell’intervento di Salvemini è il cambiamento del contratto da “commercio e terziario” in “multiservizi”, necessario per veder rilasciato il parere di congruità: “Sul punto voglio essere chiaro con voi – spiega Salvemini – e ripetervi quanto già dettovi: non c’è possibilità alcuna che Lupiae possa continuare ad applicare ai propri dipendenti un contratto che non è adeguato alla tipologia dei servizi resi. Il giusto richiamo ai diritti acquisiti non può divenire la rivendicazione di diritti intangibili che mette a rischio i posti di lavoro”. Un punto però che trova in aperta opposizione i sindacati, i quali denunciano la perdita della quattordicesima qualora avvenisse questa trasformazione del contratto.
Una situazione che al momento resta complicata e che il primo cittadino spera di risolvere con l’aiuto dei vari enti coinvolti: “per affrontare tutto questo serve la capacità di immaginarsi in un tempo nuovo, che non potrà più essere l’identica ripetizione del passato. L’obiettivo è quello di continuare ad avere una Lupiae al servizio della città, ma a condizioni diverse dal passato in termini di tipologie contrattuali, servizi da garantire, corrispettivi da riconoscere. Per farlo – conclude – dobbiamo dimostrare tutti fiducia reciproca, lealtà e consapevolezza del dato di realtà. Che sono certo non farete mancare”.
Tuttavia nell’assemblea dei lavoratori tenutasi oggi alle 17 nel centro sociale di via Roma a Lecce, nonostante i tentativi di conciliazione, è da segnalare l’assenza di entrambi i rappresentanti degli enti coinvolti: Carlo Salvemini e Tatiana Turi; quest’ultima, attraverso una nota congiunta con gli altri membri del CdA, ha ribadito l’esigenza di chiarire alcuni essenziali passaggi, riguardanti il delicato momento, soffermandosi particolarmente sulle difficoltà emerse in fase di rinegoziazione delle convenzioni e il ritardo che hanno causato gli impedimenti tecnici nell’utilizzo dell’anticipazione bancaria.
La nota fa anche riferimento alla mancata monetizzazione di due terreni aziendali, “considerata da sempre – si legge – la principale azione strategica per il rilancio della società, se nelle casse fossero entrati i proventi della vendita dei terreni, per un importo di oltre 4 milioni di euro, oggi non staremmo a discutere dei debiti”. Infine presente il riferimento alla ricerca di un nuovo Advisor, tramite un avviso pubblico, per predisporre un piano di risanamento, concludendo che “ogni attività e sforzo del CdA sono stati sempre finalizzati alla salvaguardia del mantenimento della società e dei posti di lavoro”.