Trepuzzi (Le) – Un calvario senza fine, un tunnel dal quale nemmeno lontanamente si riesce ad intravedere quello spiraglio di luce al quale aggrapparsi, per mantenere viva la speranza che un giorno, prima o poi, l’azienda possa riaprire i battenti.
Ed è per questo motivo che gli 85 operai di Omfesa, ieri mattina, si sono dati appuntamento presso l’aula consiliare del comune trepuzzino, occupando i banchi, pur di attirare l’attenzione delle istituzioni locali affinché la vicenda non cada nel dimenticatoio.
E così, tra slogan e manifesti, i dipendenti chiedono ma soprattutto pretendono certezze sulle sorti dell’azienda. Sono anni che gli operai si mobilitano, invocano sostegno, organizzano manifestazioni spesso plateali, ma altrettanto spesso queste rimangono inascoltate e, se le istituzioni se ne interessano, lo fanno per un giorno al massimo due, poi tutto continua come sempre nell’indifferenza totale. Ma il tempo non fa sconti, esso scorre inesorabilmente, anzi, in verità sta per scadere, visto che ormai mancano pochi mesi prima che le speranze dei dipendenti svaniscano nel nulla.
L’unica presenza a sostegno dei lavoratori sono le organizzazioni sindacali, Fiom, Fim e Uilm che con loro rivolgono l’ennesimo appello ai parlamentari salentini affinchè la vertenza venga ripresa in mano e si trovino soluzioni concrete e definitive.
Ancora una volta siamo qui a scrivere di questa triste vicenda e a ricordare che parliamo di 85 persone, 85 famiglie il cui futuro è appeso ad un filo, col timore che prima o poi si possa spezzare e non garantire più quelle poche certezze avute fin ora.
È inammissibile che, chi di competenza, assista da spettatore passivo a questo tragico spettacolo, così come è altrettanto inconcepibile che un’azienda come Omfesa, un tempo fiore all’occhiello del settore metalmeccanico salentino, sia destinata ad una fine così crudele.
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