La torta recante il disegno della Fiamma dei carabinieri. Per il compleanno del figlio morto quattordici anni fa. Vittoria Olimpio l’ha pubblicata su Facebook. Proprio nel giorno in cui, coincidenza matrigna, in un’aula di tribunale, a Brindisi, si discute della fine di suo figlio, carabiniere scelto, vittima di un incidente stradale a Firenze. Questa mattina si è svolta la prima udienza di istruttoria testimoniale prevista perché si accerti cosa accadde negli ultimi tre quarti d’ora di vita del ventiquattrenne Sergio Ragno. E quindi perché si chiarisca se sia morto durante un servizio istituzionale, se debba essere riconosciuto quale vittima del dovere. E se qualcuno ha mentito nel ricostruire i fatti di quel 17 giugno.
In aula si è presentato solo uno dei due carabinieri convocati quali testimoni. L’interrogato ha confermato che Ragno e cinque suoi colleghi fossero stati chiamati all’operazione dal vicebrigadiere caposquadra. Quattro di loro però erano reduci da un servizio svolto dall’una alle sette. In nottata avevano arrestato uno spacciatore di droga. Questi confidò che al pomeriggio, nel parco delle “Cascine”, si sarebbe svolta una consistente attività di spaccio sostanze stupefacenti. E per le 17 i carabinieri prepararono l’operazione finalizzata ad arrestare i delinquenti. Servizio in borghese, usando propri veicoli. Partecipò all’intervento pure un militare che era in riposo, a casa, poiché specializzato in operazioni antidroga. Il carabiniere ascoltato questa mattina ha confermato anche che Ragno si fosse recato dalla caserma alle “Cascine” in sella alla propria moto e che, rimandata l’operazione alla sera, stesse tornando in caserma, dove abitava. Quindi, stando al regolamento di servizio, non era in libera uscita. E allora perché nel rapporto di servizio qualcuno scrive che il carabiniere brindisino fosse senza ordini e che si trovasse alle “Cascine” per caso, con cinque colleghi? Cosa si nasconde in quegli ultimi tre quarti d’ora di vita di Sergio Ragno?
Da anni se lo chiede Vittoria Olimpio, che ha fatto riaprire le indagini sulla morte del figlio. È assistita dal legale Giulio Murano, avvocato del foro di Roma e consigliere giuridico delle Forze armate. Nella prossima udienza, fissata al 23 ottobre, si cercherà la verità ascoltando il caposquadra di Sergio e l’ufficiale del Nucleo operativo e radiomobile che ordinò l’operazione del 17 giugno 2014. Oggi il carabiniere brindisino morto nell’impatto con una Fiat Panda guidata da una ragazza avrebbe compiuto 38 anni. Vittoria ha scritto su Facebook, a commento della foto alla torta ispirata all’Arma dei carabinieri:«Le candele da spegnere non ci sono , perché lui si è spento 14 anni fa».