A lanciare l’allarme è stata la fidanzata, che ha allertato i soccorsi. Il 41enne è stato trasportato presso l’ospedale di Lecce, in codice giallo. Attualmente sulla vicenda sono in corso le indagini delle forze dell’ordine.
Non è l’unico eccesso della movida leccese, che più volte si è rivelata piuttosto molesta. Non a caso, proprio la scorsa settimana, nella giornata di Mercoledì 6 Luglio, una rappresentanza del Direttivo del Comitato per la tutela del centro storico di Lecce ha incontrato il Prefetto Dott.ssa Maria Rosa Trio per un confronto sulle problematiche in materia di ordine pubblico segnalate in un esposto recapitato alle istituzioni. Tale documento evidenziava alcune criticità che arrecano disagio a chi vive e opera nel centro storico di Lecce, parliamo di schiamazzi e rumori notturni, delle precarie condizioni igieniche in cui versano alcune vie, che di notte si trasformano in orinatoi a cielo aperto. Il Prefetto ha assicurato che tali tematiche sono state ampiamente trattate in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, alla presenza del Sindaco e dei vertici delle Forze dell’Ordine, precisando che saranno potenziati i controlli. Già lo scorso Ottobre il settore della polizia locale di Palazzo Carafa aveva redatto un progetto, in seguito approvato dalla giunta Salvemini, volto a contrastare il degrado e le potenziali situazioni di pericolo nel centro storico attraverso l’installazione di “telecamere intelligenti”- 13 in tutto- da posizionare nei luoghi strategici non solo per la presenza di movida notturna, ma anche per tutelare la presenza dei viaggiatori e preservare il valore storico e architettonico dei monumenti. Le strade interessate sarebbero in tutto 16 e tra queste, oltre a viale Oronzo Quarta, ci sarebbero anche le vie principali del centro storico: via Libertini, via D’Aragona, via dei Perroni, via Degli Ammirati, via Paladini, via Ludovico Maremonti, via Cairoli, via Caracciolo e altre. Si tratta dunque di aree molto “vive” della città e che, non di rado, diventano teatro di bivacco molesto, spaccio e risse. Per questo motivo negli anni il Comune aveva installato già un buon numero di telecamere di sicurezza, alle quali se ne dovrebbero aggiungere di nuove con delle caratteristiche all’avanguardia che consentano alle forze dell’ordine di controllare da remoto in ogni istante le aree di interesse attraverso una infrastruttura di rete sia cablata che wireless.
Tuttavia, a distanza di mesi, il piano, dal costo complessivo di 128mila euro, è ancora in attesa di essere finanziato da parte della Prefettura e questa è una delle principali battaglie portate avanti dall’amministrazione Salvemini, il cui obiettivo è di puntare su una nuova gestione del centro storico. L’installazione di questi occhi elettronici risulta indispensabile ora più che mai, poiché nel periodo estivo le strade della città vengono prese in assalto a qualunque ora del giorno e della notte e la movida risulta molto difficile da gestire, una movida che negli anni è mutata radicalmente. Paradossalmente la movida nacque a Madrid come forma di controcultura, di rottura degli schemi tradizionali e del bigottismo imposti da 40 anni di franchismo. Nel corso degli anni Ottanta fu espressione artistica, musicale e cinematografica con Pedro Almodóvar. Attualmente, il termine è di uso comune e indica una vita notturna particolarmente movimentata, vivace. Eppure, quella dei giorni nostri sembra essersi trasformata in una “mala movida”, segnata da un incremento sempre più significativo di risse, furti, rapine, reati, accoltellamenti, pestaggi, problematiche riguardanti l’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti e l’eccessivo consumo di alcol.
Ad oggi, risulta indispensabile garantire la vivibilità del cuore centrale della città, visitato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti e non, cercando di contrastare il degrado, la minaccia, il pericolo, il rischio attraverso un controllo sempre più pervasivo, per evitare che questa movida selvaggia comprometta la vera e innocua vivacità notturna, del tutto estranea agli eccessi e soprattutto per impedirle di deturpare il nome di una città ricca di bellezze e di fascino.