Andrano (Le) – L’arte come prova di innovazione che fa crescere il senso di appartenenza. Sono ancora aperte le iscrizioni per la mostra collettiva “Il Mediterraneo dell’Anima” che si terrà ad Andrano, in provincia di Lecce, dal 31 agosto al 2 settembre 2016. Sarà Josè Van Roy Dalì, figlio del grande artista Salvador Dalì, ad inaugurare il vernissage che verrà allestito nelle sale del castello Spinola – Caracciolo. Il critico d’arte farà da guida a quanti prenderanno parte alla collettiva: artisti emergenti, maestri affermati e studenti delle Accademie. Josè Dalì sarà un supervisore delle diverse realtà culturali promosse grazie all’Associazione Mediterranea che organizza Il Festival delle Culture Mediterranee giunto alla terza edizione e che vanta il patrocinio della presidenza della Repubblica italiana.
Un’occasione quindi di indiscussa notorietà per un connubio di colori, di forme che si incontrano, si confondono e si mescolano tra loro ottenendo una creazione più ampia dell’arte. Per conoscere il regolamento sulla mostra si può visitare il sito dell’Associazione www.mediterrana-andrano.it oppure contattare il direttore artistico, Margherita Franja, margherita.f@hotmail.it . Dalì a tutti gli espositori consegnerà un riconoscimento: La Medaglia del Mediterraneo.
Lo scopo della mostra, attraverso i singoli percorsi creativi, è quello di evitare il disorientamento verso l’arte in generale che non vuole essere solo espressione consapevole di professionisti o amanti del settore, ma parte integrante del bagaglio culturale di ognuno. Una sorta di narrativa di popoli, ispirazione di paure e sogni che enfatizzano il lato oscuro ed umano di chi si affaccia con occhi nuovi ad un’evoluzione naturale di ciò che gli artisti raccontano. La collettiva Il Mediterraneo dell’Anima è intesa come le voci che si uniscono per un unico coraggio e speranza. Quelli di un viaggio per raccontare la storia variopinta di un mondo che non vede censure, perché un popolo possa riconoscere la propria via seguendo l’istinto, l’intuito, l’amore, la strada dei diritti umani. Una mostra quindi che prende la via del mare aperto seguendo la corrente dell’anima, dove nulla può essere accomodante, semplice, dove siamo noi a dover cambiare tono di voce ed affilare i pensieri per renderli più partecipativi alla condivisione.