Comunicare con i giovani attraverso la scrittura.

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Scrivere per i giovani non è un’impresa facile. Inizialmente si pensa che basti usare paroline semplici con un linguaggio poco arricchito e, come d’incanto, il libro è pronto. Assolutamente!

Per un adulto è alquanto complicato entrare – o meglio tornare – nel mondo adolescenziale, con tutte le tendenze in continuo fermento. Come può uno scrittore liberarsi del suo essere maturo e riprendere la freschezza puerile e gioiosa?

Innanzitutto, deve essere in contatto con i ragazzi, quelli di oggi, e paragonarli a quelli dei suoi tempi. Noterà che, dietro all’iPad, trucco e abiti aggressivi, non è cambiato nulla. Le insicurezze, le ansie, le problematiche in generale non sono per nulla sparite.

Qual è il compito di un bravo scrittore? Vediamolo insieme.

Lo scrittore per ragazzi si aggiunge alla vasta schiera di “insegnanti” e con questo termine delineo non solo i docenti, ma anche la famiglia e la società. Quindi, il suo contributo sarà quello di costruire una storia per loro, nella quale adotta il loro linguaggio, affronta i loro timori e tende loro una mano ferma che resta lì in libreria ogni qualvolta ne sentiranno il bisogno.

Di certo, come penserete, non è impresa da poco. Nel quotidiano possiamo sperimentare quanto sia ardua la comunicazione tra gli adolescenti e gli adulti che siano genitori, professori o conoscenti. Il ragazzo erige una barriera perché parte dal presupposto che il maturo non lo capirà. Perché pensa ciò? Perché siamo troppo presi dalle bollette da pagare e dalla crisi economica per leggere nel loro cuore e ricordare quanto facesse male la paura devastante di essere nulla.

Scrivere una storia trattando argomenti delicati che coinvolgono una buona fascia di giovani è un inizio di aiuto. Famiglie che si sfasciano, la droga che si diffonde, il bullismo, le violenze, la difficoltà di essere se stessi perché in contrapposizione alla volontà dei genitori, sono tutti argomenti da sviluppare prima per stimolare i giovani alla lettura e, successivamente, ad analizzare il punto in cui falliamo ogni volta che proviamo a comunicare con loro.

La passione della lettura è ancora poco diffusa tra i giovanissimi ed è nostro compito far sì che si interessino a quest’attività altamente costruttiva. Come? Inserendo temi attuali in cui chiunque possa riconoscersi ed aggiungervi una cornice di spirito, di frivolezza per non appesantire troppo il racconto che finirebbe riposto in un angolo insieme ad una pila di altri noiosi libri.

Marcel Proust diceva “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.” Ecco, a mio avviso dobbiamo fornire ai giovani uno strumento per analizzarsi, per sfogare la propria rabbia, per piangere, per sentirsi capiti. Quante volte anche a noi sarà capitato di volerci confidare con una persona cara e non riuscirci sicché anche questa avvertiva la necessità di sfogarsi. Ci si parla sopra l’un l’altro e nessuno dei due riesce a confortare l’altro.

Ricordiamo che gli eventi devastanti per noi adulti lo sono anche per i giovani. Pensiamo ad un ragazzo vittima di continue angherie. Dove può trovare la forza di andare avanti se non viene supportato dagli adulti? E ancora, coloro che vivono la separazione dei genitori, come possono essere sicuri di non rappresentare la causa della rottura? Questi ragazzi vanno rassicurati, sempre, e guidati in ogni passo. Per farlo occorre avere un buon dialogo che non si costruisce con un insieme di regole e costrizioni bensì attraverso una complicità che si instaura creando un rapporto confidenziale che non esclude ciò che non approviamo. Discutere sempre di ogni argomento e lasciare che il ragazzo stesso prenda le sue decisioni senza forzature.

Lo scrittore deve, dunque, costituire una guida e mezzo di comunicazione tra adolescenti e la famiglia, gli amici e la società. Gettare le basi di un dialogo con chi gli è vicino eppure tanto lontano.

Un buon libro deve esprimere emozioni, quelle stesse emozioni che chi soffre tende a conservare gelosamente dentro sé per non rivelarle neppure al più caro amico o al genitore. Tuttavia, attraverso i personaggi, possiamo suscitare in loro uno stimolo al confronto lasciando che si identifichino in essi e comprendano se e dove commettono errori e come rimediare.

Un lavoro faticoso, perciò, quello dello scrittore che non può improvvisarsi tale ed ha il preciso obbligo di analizzare il proprio talento per diffonderlo al meglio, incanalando le sue doti in un genere letterario a lui più consono.

La letteratura per ragazzi è un genere serio, come gli altri, di egual valore e complessità in quanto richiede un gran lavorio di idee e parole efficaci.

Fonte: http://robadalettori.wordpress.com/

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