Gioca a dadi con la morte, traveste il destino da eterna occasione e poi invita la noia al gran ballo della vita, riservandogli però uno sgambetto durante l’ultimo giro di walzer. La poesia di Giuseppe Pellegrino non ha pretese e non ha inganni. Accarezza gambe nude e lo fa davanti agli occhi di tutti, e poi sorride a provocare quell’imbarazzo che è maschera, rispetto del “si pensa ma non si dice” che tanto gli fa ribrezzo. I suoi versi lo innalzano senza mai costringerlo a volgere lo sguardo al cielo, perché lui preferisce dialogare con le certezze di questa vita, preferisce sfidare i limiti dell’umano senza sconfinare nei “se Dio vuole”.
Quelli che Pellegrino traccia tra realtà e immaginazione sono confini sfumati dalla maestria della sua penna: da un lato il blu cobalto del quotidiano, dall’altro il verde acqua della fantasia. Nasce così una poetica azzurro cielo, in grado di scendere negli abissi della passione e del tormento, per poi risalire a galla, dove le ombre cedono il posto alla luce, a temi come l’amore, la famiglia, l’occasione irripetibile dello stare al mondo.
Nel “farsi commensale delle proprie ferite” l’autore sembra fare i conti in più occasioni con il passato e così, nel tentativo di denudare le coscienze altrui, la prima a svelarsi davanti allo specchio è proprio la sua. Si ritrae però il Pellegrino alla vista di un riflesso che lascia trasparire istanti strappati, emozioni sanguigne, braccio di ferro con l’orgoglio culminati in sconfitte a tavolino. E così da “coltello che recide il superfluo”, come ama immaginarsi, si ritrova a raccogliere quei “brandelli di carne e ferite”, per i quali ago e filo non bastano più. È l’inchiostro a idratare le sue cicatrici, l’unico sciroppo in grado di lenire quella “tosse dell’anima” che ha finito per fargli compagnia.
C’è arrendevolezza nelle sue parole? Mai. C’è speranza? A sfinimento. Sì, perché per ogni pellegrino che si rispetti il bello di un viaggio è nel gusto di viaggiare. E così, dritto alla meta, “Erotico caos” restituisce, pagina dopo pagina, la storia della passione che muove, disordina, toglie il respiro e poi rigenera, travolge, rimescola le carte.
Un viaggio sulle ali di versi snelli e analogie leggere, attraversando le tappe della vita: impossibile “rincasare” con lo stesso bagaglio portato in viaggio. Treni onesti come questi, del resto, passano una sola volta: lasciarsi travolgere è questione di scelta.
“Erotico Caos” di Giuseppe Pellegrino (ArgoMENTI Edizioni, 2017) è reperibile anche on line al seguente indirizzo: https://www.argomenti.org/store/home/11-ragazza-luna.html