Franco Ungaro e il suo “Vado a Lecce”

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“Vado a Lecce” è l’ultima fatica di Franco Ungaro. Pubblicato da Kurumuny nel 2015, il volume conserva sempre la sua freschezza e la sua attualità. Si tratta, infatti, di un ever green, nel quale si sostanzia una preziosa, fitta ed interessante raccolta di brani e poesie di autori salentini e non, sulla bella e fascinosa Lecce.

Ben quarantadue sono i testi composti in un lungo arco di tempo: dagli anni ‘40 sino ai giorni nostri. E sono lavori che “fotografano” narrando; diapositive letterarie suggestive che nel loro sinuoso scorrere rivelano e svelano al lettore, con il loro elegante fluire, volti variegati e molteplici di una città, quale Lecce appunto, che affascina e incanta con la sua bellezza, vanitosa e superba. Così “Incantevole è Lecce. Se dovessi paragonarla ad un’altra città italiana, non cercherei nel sud, ma piuttosto nella Val Padana, nel Veneto, nell’Emilia, in quelle città che già furono la sede di un ducato e di un principato, e in cui finisce di esalarsi lo spirito di una cultura aristocratica” (Guido Piovene); “Lecce … è bellissima e lo sa. Come una vecchia signora ancora ben tenuta mostra con sfacciataggine le proprie grazie, le butta in faccia al visitatore che ne rimane turbato, piacevolmente rapito” (Luigi Corvaglia); “…le cornici simulano in questa sorprendente città meridionale una sorella minore di Praga. C’è stato chi ha detto che se gli edifizi di Lecce fossero messi su due linee parallele formerebbero la più bella strada del mondo…” (Mario Praz).

Un lavoro di raccolta, quindi, di autori che di Lecce hanno scritto e scrivono. Una raccolta “plurale” sia per la varietà delle tematiche trattate sia per la varietà degli stili con i quali vengono proposte al lettore: prose, testi musicali, poesie, fatte di reminiscenze, cenni storici, suggestioni, avvalendosi di una narrazione a volte leggera, vivace, frizzante, altre volte minuziosa, certosina; si snodano così, realtà di spazi urbani che vengono osservati, vissuti, rivelati. Una molteplicità di punti di vista, quindi, di sensazioni, umori, emozioni, un insieme “policromatico” che lo scrittore ha voluto far emergere in questa preziosa ed interessante raccolta corale.

Leggere “Vado a Lecce” è come intraprendere un bel viaggio pur stando fermi, un viaggio che si articola attraverso diversi itinerari di personaggi protagonisti con i loro rispettivi componimenti e scenari. Roberto Cotroneo, Antonio Leonardo Verri, Antonio Errico, Stefano Cristante, Cesare Brandi, Osvaldo Piliego, Vittorio Bodini, Guido Piovene, Vittorio Pagano, e ancora Anna Maria Ortese, Fernando Boero,Anna Maria Ortese, Raffaele Nigro, Lino Patruno, Mario Praz, Fernando Manno, Luigi Corvaglia, Giuliana Rossi sono alcuni degli intellettuali, che con i loro testi e i loro “sguardi”ci rivelano la città barocca, ognuno con il proprio stile e la propria sensibilità.

“Vado a Lecce” è un invito al viaggio, inteso come scoperta della città, dei suoi luoghi, delle sue bellezze e delle sue contraddizioni, ma non solo, è anche al contempo un invito a scrivere altri e nuovi racconti della città e sulla città, con i propri punti di vista, le proprie riflessioni, osservazioni, impressioni, scenari, atmosfere, per far confluire tutto ciò in un progetto artistico e letterario all’insegna dell’eterogeneità di “nuovi sguardi”.

L’autore

Franco Ungaro vive a Lecce, è stato fino al marzo del 2015 Direttore dei Cantieri Teatrali Koreja. Fondatore del progetto AMA, Accademia Mediterranea dell’Attore, ora Direttore Artistico del Teatro San Domenico di Crema. Autore di numerosi articoli su quotidiani e riviste locali e nazionali, ha pubblicato “Dimettersi dal Sud”, Laterza 2006; “Lecce sbarocca”, Besa 2011; “Vado a Lecce. Artisti storici e scrittori in giro per la città”, Kurumuny, 2015.

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