Rossella Maggio, scrittrice, poetessa e docente nella scuola superiore, vive e lavora a Lecce. Nel Gennaio 2013 pubblica il suo primo romanzo “In sostanza l’amore”, incontrando il favore del pubblico e della critica. Da qui, con cadenza annuale la sua produzione si arricchisce di “In amore per amore con amore” nel 2014 in cui compaiono alcune poesie scritte a quattro mani con lo scrittore Alberto Bevilacqua. Nel 2015 si aggiunge “Fata del cuore mio“ e nel 2016 la sua seconda raccolta di poesie “Sorrisi Segreti”. Nel 2017 pubblica “Figlia Mia”, accolto con favore dalla critica e dal pubblico. La sua terza raccolta poetica “La Leggerezza” (Pergasus Edizioni) vince il Premio Internazionale Montefiore.
Parliamo del suo libro “La Leggerezza”, come nasce?
“La Leggerezza” è una silloge poetica che riporta internamente una divisione dei componimenti secondo le categorie spazio-temporali del “quando”, del “Dove”, del “Come”. Questo perché l’intera raccolta nasce dalla riflessione costante sull’umana dimensione della tridimensionalità, basata su una apparente linea temporale chiamata freccia del tempo che si muove in maniera unidirezionale, delimitando anche l’elemento spaziale degli accadimenti. Il “Come” offre una delle tante modalità, che è appunto quella della leggerezza, attraverso la quale, nel corso della nostra esistenza, possiamo vivere questa nostra dimensione.
Ha affermato: “Con questa raccolta arrivo al fondo della mia ricerca sulla consapevolezza interiore”. Quanto è importante guardarsi dentro ed entrare in connessione con se stessi?
“Con questa raccolta arrivo al fondo della mia consapevolezza interiore. Rintraccio il senso completo della coscienza integrata, in cui fisicità e spirito, eros e anima trovano l’elemento di congiunzione proprio nell’aspetto intellettuale e mentale, di cui pure l’essere umano è fatto.” Queste sono le parole e i concetti con cui apro la presentazione della silloge. Per arrivare al fondo di sé stessi non possiamo esaminare tutti questi aspetti separatamente, ma si rende necessario indagarli a fondo e indagarne le relazioni, integrarli cioè in un unicum armonico, all’interno del quale ogni tassello trova il suo senso e la sua ragione.
Quanto è importante conoscersi, entrare in connessione con le proprie profondità?
È semplicemente essenziale. È tutto. Non se ne può fare a meno, pena non aver realmente vissuto, ma solo essere esistiti, cioè essere comparsi nel qui e ora senza poterne afferrare il significato. E dunque rimanere irrisolti, incompleti, confinati nell’impossibilità di conoscersi e di conoscere il mondo circostante.
Questa sua Antologia di liriche divisa in tre sezioni, (Quando…; Dove…; Come…; possiamo definirla un raccoglitore di stati d’animo?
In base a quanto ho accennato in precedenza, in realtà non si configura esattamente come tale, piuttosto come uno scavo, anche spietato, al fondo della propria essenza. Uno scandaglio lucido e nello stesso tempo empatico delle verità ultime, quelle anche più crude, più dure da ammettere anche e soprattutto a sé stessi.
Leggerezza. Questa parola può essere associata a una mancanza di profondità e impegno, superficialità e frettolosità, nel suo libro si veste di un significato positivo e ristoratore. Cos’è per lei la leggerezza?
La Leggerezza è esattamente il contrario della superficialità. La prima è profonda, la seconda è pesante. La prima permette di sgravarsi dei pesi inutili e di mettere a fuoco l’essenziale, la seconda si aggira persa nel dedalo di insicurezze, paure e preconcetti. La prima è il risultato di una intima riflessione, dalla quale si rinasce come vivi e forti spumeggianti. Come la cresta bianca e gorgogliante dell’onda può nascere solo dalle profondità marine e ne rappresenta il sorriso. La seconda è priva di qualunque sorriso, il suo può essere al massimo uno sghignazzo. Ecco tra le due passa la stessa differenza che possiamo ravvisare tra l’ironia e il sarcasmo.
In questo periodo così difficile e sospeso che stiamo vivendo che messaggio vorrebbe dare ai suoi lettori?
La risposta sta nel “Come”: con impegno, forza, risolutezza, discernimento, senza perdersi d’animo, con il sorriso profondo che solo affrontando le difficoltà con una sapiente leggerezza, cioè con la capacità di mettere a fuoco accadimenti ed emozioni, trarne il frutto prezioso dell’esperienza personale e collettiva e assumendosene le responsabilità. La leggerezza non è la fuga dalle responsabilità, al contrario è assunzione di responsabilità, la chiara consapevolezza che, anche con le spalle al muro abbiamo la possibilità di scegliere, possiamo fare di meglio, possiamo scegliere di fare di più e meglio, con tutte le conseguenze, che questo può comportare.