“Le Ali del Gabbiano” di Vincenzo Pisanò

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“Le Ali del Gabbiano” edito da ArgoMenti (2018), è un bel romanzo psicologico di Vincenzo Pisanò, scrittore leccese con un curriculum di tutto rilievo, in cui non pochi sono i premi e i riconoscimenti. Il suo racconto è incentrato sulla storia d’amore tra Marco e l’amica di classe, Francesca; storia che si sviluppa tra l’alternarsi, a volte brusco e repentino, dall’idealizzazione al puro e freddo disincanto. Lo stile è curato, forbito, mentre il titolo rimanda ad una metafora ossia la voglia di sorvolare, innalzandosi sulle cose, guardandole dall’alto perché giù c’è un mondo che non soddisfa, è limitante; in più, forte è il desiderio e la ricerca di trascendenza.

C’è nel tessuto narrativo costruito da Vincenzo, una forte caratterizzazione dei personaggi. Lo scrittore delinea, infatti, Marco, il protagonista principale, che mediante un’analisi introspettiva lodevole, esterna i suoi moti interiori con grande maestria; scruta i sentimenti, rivelandone profondamente gli stati d’animo. Francesca, dall’altro, incarna appieno la superficialità, la frivolezza e la mediocrità, caratteristiche che inevitabilmente non soddisfano e non dissetano l’animo profondo ed esigente di Marco teso sempre ed attratto dalla profondità e dal senso delle cose. Due mondi diversi i loro, destinati a non incontrarsi, inconciliabili appunto.

Desideri, sogni, pulsioni, irrompono nelle pagine del romanzo portando a degli intrecci inaspettati. Nella trama prevale la focalizzazione interna, sia in prima che in terza persona e si utilizza il discorso diretto, il discorso indiretto libero, c’è il monologo interiore, una particolare tecnica narrativa che consente allo scrittore di esporre in modo spontaneo, le emozioni, i pensieri, i ricordi. Nel libro man mano si insinua nello scorrere e nell’incalzare degli eventi la componente misterica; un episodio imprevisto inquietante farà assumere al romanzo le caratteristiche del libro giallo, mentre gli avvenimenti scorrono con un ritmo lento, suscitando nel lettore una grande suspance. Molto interessante nel libro a tal proposito l’uso del tempo narrativo, che appare lento, dilatato, con frequenti pause; lo scrittore è come se fermasse il tempo, portando il lettore alla riflessione. Puro stile narrativo o un espediente per creare attesa? Frequenti i continui riferimenti a situazioni che sono avvenute nel passato, flashback.

La storia d’amore tra Marco e Francesca con i suoi tempi lenti ma incalzanti, coinvolge il lettore. Nei temi affrontati nel libro, lo scrittore sfiora quelle che sono le problematiche dell’adolescenza: l’insoddisfazione, i conflitti interiori propri di quell’età, il rapporto con i genitori, esprimendo quelle che sono le inquietudini dell’età adolescenziale. Attraverso Marco il protagonista principale del romanzo, è come se veicolasse una denuncia alla società odierna tesa a premiare le apparenze riducendo le persone ad automi senza una volontà propria. Essere o apparire? Dilemma che tormenta molti… meglio essere se stessi oppure un clone senz’anima? Marco via via sempre più annoiato dalla superficialità che per lui è claustrofobica, sempre proteso alla ricerca del proprio essere interiore, riesce ad aprire “un varco dentro di lui” che li schiuderà il vero contatto con se stesso facendolo approdare alla “consapevolezza” più vera quella che sposa sempre l’autenticità più assoluta del proprio sé più profondo.