“Mi dovrai perdonare” è l’ultima opera di Giovanna Scaramella Barone, docente di letteratura italiana e storia nonché studiosa di glottologia e storia della lingua italiana. Appassionata di dialetti e delle loro trasformazioni, è anche autrice di poesie in vernacolo salentino con tematiche di denuncia sociale e contestataria.
In questo libro, edito nel 2018 da L’Officina delle Parole di Pompea Vergaro, l’autrice racconta le vicende di cinque donne realmente esistite e che, trasversalmente, hanno incrociato la sua. Sono storie legate da un filo rosso che si dipana in modo diverso, prediligendo un sentimento piuttosto che un altro, ma alla fine torna a legare tutto. Più nello specifico, l’autrice descrive la vita e la condizione in cui esse vivono in un periodo storico ben definito, il secondo dopoguerra e in un contesto socio-economico che, soprattutto nel Sud, stentava a decollare e che finiva per condizionare anche i rapporti sociali e familiari.
I personaggi che la Scaramella Barone descrive, sono donne ripiegate sul proprio destino, che vivono la loro vita soccombendo ad essa ed accettano tutto con senso di sacrificio e abnegazione perché, in fondo, il destino è il nostro carattere. È con l’ultima storia che l’autrice riscatta la condizione passiva della donna, attraverso Clelia che, dapprima timida e remissiva, decide di prendere in mano la propria vita grazie all’amore e ad affrontare situazioni che sembravano più grandi di lei e che si concludono a lieto fine.
Nelle loro vite, ciascun lettore potrebbe cogliere qualcosa di recondito, nascosto nei recessi del proprio animo e magari riflettere, affinché la tanto agognata indipendenza e libertà non sia svenduta, ma gestita con responsabilità e con il giusto valore. Insomma, la Scaramella propone un modello di donna e di scenario sociale, più mesto forse, ma molto più aderente alla realtà dove la vita e la condizione femminile vengono proposte, questa volta, nella prospettiva esistenzialista, lontano dai revanscismi dei nostri tempi e dai riscatti a tutti i costi, che a lei appaiono lontani dalla realtà e fin troppo reattivi e scomposti, poco eleganti, in definitiva.