L’alchimia del mosaico nel salento: Michela Calasso, l’unica mosaicista da Roma a Lecce

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1992

Michela CalassoPorto Cesareo (Le) – In una delle stanze della piccola Chiesetta del “borgo marinaro”, di fronte alla Torre Cesarea detta “la Capitana”, l’artista Michela Calasso ha ricreato il suo laboratorio. Sottofondo invidiabile all’esposizione delle sue varie opere nella sede dell‘associazione Domus, è il rumore di uno dei mari più belli d’Italia, lo Ionio.

Michela Calasso nasce e cresce a Porto Cesareo, si diploma nel 1980 al Liceo Artistico di Lecce e subito dopo si trasferisce a Roma, dove frequenta la facoltà di Architettura all’Università la Sapienza. Proprio nella Capitale, dopo varie esperienze nel campo della pittura e della grafica, negli anni novanta si innamora della tecnica del mosaico e inizia a lavorare con i maggiori maestri della scuola Vaticana, specializzandosi nell’antichissima tecnica del Mosaico filato Romano (Mosaico minuto o micromosaico).

Comincia così a dedicarsi con passione alla realizzazione di mosaici, eseguendo opere musive a carattere religioso e riproducendo dipinti di importanti e conosciuti artisti antichi e moderni, senza però mai escludere raffinate interpretazioni personali.

Durante la permanenza a Roma pensa bene di riprodurre anche antiche pitture, raffiguranti le vedute delle piazze della “Città eterna”, dei monumenti e di soggetti religiosi, riscoprendo e conservando l’antica tecnica nata per volontà di Papa Sisto V° nel 1758 e tramandata sino ai giorni nostri da ormai pochissimi Maestri. Da qui in poi Michela Calasso ha collezionato riconoscimenti ed estimatori a livello nazionale, ma anche  internazionale:  le sue opere, infatti, sono state acquistate e importate in Giappone, America ed Emirati Arabi. Tornata nel salento, nel 2010 avvia una collaborazione con la  Chiesa di Santa Maria del pp. Soccorso  di Porto Cesareo e fonda l’associazione Domus. In concomitanza con diverse opere di restyling dell’altare in occasione del 60° anniversario della nascita della Chiesa,  le viene commissionato un Tabernacolo  in mosaico minuto di forma ottagonale  con i simboli  chiave dell’Eucaristia,  conservato nella cappella  che oggi è divenuta privilegiato luogo di raccoglimento. 

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Nel 2011 le viene commissionata una seconda opera d’arte riguardante  il tema dello sposalizio della Vergine Maria con San Giuseppe, prima opera di un progetto che comprende la realizzazione dei “5 misteri della Luce“. Ispiratasi a “lo  sposalizio della Vergine” dipinto da Raffaello nel 1504, l’artista, partendo da una base rettangolare in metallo, pazientemente tessera dopo tessera, riproduce lo sposalizio della Vergine, incorniciandolo col legno intarsiato in micro mosaico. Altri simboli della tradizione iconografica si ripetono nella parte superiore della cornice, dove risaltano i due elementi, simboli chiave delle “Nozze di Cana”,  le giare  di acqua che Gesù trasformò in vino.

 Al centro del quadro c’è la figura del sacerdote che  tiene le mani degli sposi durante lo scambio degli anelli: atto che simboleggia l’unione matrimoniale. La Vergine Maria è collocata alla  destra del sacerdote,  mentre Giuseppe è posto alla sua sinistra. Una quarta figura maschile simboleggia “l’alternativa”, gli altri pretendenti che sottintendono una “scelta” che sfocierà poi nel matrimonio. Il contesto paesaggistico ricreato dietro alle quattro figure, sostituisce quello architettonico: elementi naturalistici, quali l’albero d’ulivo,  richiamano al paesaggio salentino, ma allo stesso tempo diventano le mura di una chiesa che accoglie e protegge. I rami dell’ulivo si protendono, dunque, fino ad abbracciare e rassicurare la popolazione di Porto Cesareo: nell’interpretazione dell’artista tale elemento  rappresenta la  personificazione del il ruolo della chiesa che si apre in amorevole e spirituale sostegno ai giovani sposi. Al momento l’artista sta lavorando alla seconda opera della serie dei 5 misteri della luce, “il battesimo di Gesù“, sempre commissionata dalla parrocchia di Porto Cesareo.

Ci spiega Michela “La particolarità della tecnica del mosaico minuto  o micro mosaico, consiste nel fondere ad elevate temperature paste  vitree pigmentate da cui si ottengono morbide e malleabili bacchette con gamme infinite di colore e forme geometriche di varie dimensioni, che successivamente vengono sezionate in tante micro tessere di spessori infinitesimali. Questo processo, qui sommariamente descritto, è particolarmente complesso e al tempo stesso affascinante, e ci riporta indietro nel tempo, avvicinandoci  alle preziose  e antiche trasformazioni   alchemiche di forme e colore degli antichi mosaici. È un lavoro molto suggestivo, ma al tempo stesso di precisione. Richiede molta pazienza e per questo moltissimi di coloro che vorrebbero impararlo poi abbandonano. Al momento siamo pochissimi al mondo a lavorare ancora con questa tecnica, ma a me piacerebbe moltissimo tramandare quest’arte nella mia terra”.

L’abilità artistica della mosaicista si evidenziano nell’uso sapiente di un’antica quanto difficile tradizione artistica , quale la tecnica del mosaico: partendo dalla preparazione delle tessere vitree e della malta, le sue creazioni sono caratterizzate da effetti quasi pittorici, scaturiti da un’armonica unione di luce e colore. Non solo, quindi, Michela è un’artista di rilievo per le doti artistiche, ma anche perchè ha il merito di aver introdotto anche nel Salento l’arte del micro mosaico.

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