Novoli (Le) – A prima vista sembra riecheggiare la serial di successo “La casa nella fattoria” non a caso fa assonanza, “La casa sulla ferrovia” (Grifo Ed., 2021), la seconda fatica letteraria di Chiara Verardi, insegnante di matematica, dopo “A Oriente” (Esperidi ed., 2020), un diario dei viaggi compiuti in giro per il mondo, è ora la volta di un libro autobiografico,”La casa sulla ferrovia”, per l’appunto, presentato nella “Saletta della Cultura Gregorio Vetrugno” a Novoli, sede dell’Associazione “Nova LiberArs”.
La data prescelta, il 24 settembre, non è casuale, il mistero lo svelerà il libro, scritto durante il lockdown.
A fare gli onori di casa, l’avv. Giorgio Martina, segretario di Nova LiberArs.
Il libro, in gran parte autobiografico, si arricchisce del racconto su usanze e costumi di un paese immaginario ma molto somigliante Novoli, paese natale dell’autrice. Al centro il bombardamento della stazione ferroviaria del 1943 e i riferimenti costanti al Santo Patrono, Antonio Abate. Il resto è fantasia con il “companatico”, la malattia della madre durata 20 anni. Tuttavia l’autrice tiene a puntualizzare che non è una storia di vita ma, sottolinea, un vero e proprio romanzo.
Ad illustrarne i contenuti, il dott. Fabio Scrimitore, già Provveditore agli Studi di Lecce, Brindisi e poi Bari, il quale evidenzia che la storia romanzata della Verardi “supera i limiti di un possibile diario sociale”, narrando “fatti accaduti nella memoria storica”. Il senso del tutto “è un messaggio da trasmettere alle generazioni per il quale vale la pena di vivere”.
E a proposito dell’importanza dell’informazione, la scrittrice, che non si ritiene tale secondo i canoni cardine, afferma che il manoscritto, in definitiva, potrebbe essere molto utile a chi, come lei, vive o ha vissuto il dramma dell’assistenza ad un ammalato di Parkinson.
Il moderatore, Antonio Soleti, quanto ad appuntamenti culturali si esprime in termini di “missione” incarnata dal Nova LiberArs di cui è anche Vice Presidente. Significativo è il luogo, la “Saletta della Cultura” che, dopo tanti anni di STOP, riapre nella sua distinta veste di “cenacolo dove potersi incontrare e nutrirsi della parola e ancora onorare iniziative a grande spettro divulgativo già in calendario”.