Alfred Bernhard Nobel nacque il 21 ottobre del 1833 a Stoccolma, in Svezia, in una famiglia di industriali. Il padre, Immanuel Nobel, inventore e costruttore di armi, costrinse la famiglia a trasferirsi in Russia, a San Pietroburgo, per motivi di lavoro.
Il giovane Alfred però, nel 1850, scelse Parigi per vivere ed alimentare la sua passione per la chimica.
Un importante evento segnò la sua carriera di chimico: l’incontro con il professor Ascanio Sobrero, chimico e medico italiano, che nel 1847 sintetizzò la nitroglicerina. Dopo vari esperimenti, Nobel riuscì a perfezionarne l’uso attraverso una polvere inerte composta da farina fossile, che rendeva l’esplosivo più maneggevole, solido e stabile.
Nacque così la dinamite, invenzione che rese il chimico svedese ricco e famoso in tutto il mondo.
L’invenzione gli consentì, in breve tempo, di aprire società e laboratori in una ventina di paesi esteri, fra cui uno dei più grandi stabilimenti proprio in Italia, presso la località Valloja di Avigliana, nelle vicinanze di Torino.
Gli ultimi anni della sua vita furono segnati da un evento davvero particolare: nel 1888, a seguito della morte del fratello Ludwig a Cannes, un giornale francese scambiò le identità dei due Nobel e pubblicò un articolo poco lusinghiero dedicato all’imprenditore condannandolo aspramente per l’invenzione della dinamite.
Il titolo del necrologio recitava Il mercante di morte è morto, continuando poi: “Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri”.
Alfred, che in quel momento si trovava a Parigi, ebbe la rara occasione di leggere ante mortem il suo necrologio e ne rimase profondamente turbato.
Senza preavviso, il 27 novembre 1895, si recò al Swedish Norwegian Club di Parigi per redigere un lungo testamento, nel quale elencava i beni che avrebbe lasciato alla sua famiglia (non aveva figli) ed incaricava un suo fedele collaboratore di dare seguito alla sua ultima volontà: investire il resto del suo patrimonio e donare gli interessi sotto forma di premi a “coloro che, durante l’anno precedente, più abbiano contribuito al benessere dell’umanità”.
Fu sempre Nobel a decidere di dividere i fondi in cinque premi corrispondenti a cinque diversi ambiti: fisica, chimica, medicina, letteratura e pace. Nel 1896 morì per una emorragia cerebrale in Italia, precisamente a Sanremo, lasciando alle generazioni successive una straordinaria eredità che continua ancora oggi.
Il suo corpo riposa al Norra begravningsplatsen, cimitero di Stoccolma.