È un gelido pomeriggio, ma incontriamo Luigi Martina in un luogo caldo, segreto e sorprendente: il Frantoio Ipogeo di Castrì di Lecce, dove sta allestendo, con la supervisione (e la fattiva collaborazione) della curatrice e ideatrice, Daniela Rollo, una mostra della sua Arte, che si inaugurerà sabato 1 dicembre e proseguirà almeno fino all’Immacolata.
Ha un volto da fanciullo fantasioso, Luigi, animato da occhi febbrili, come possono essere solo quelli di uno che si definisce “costruttore di immagini”, ma che ha studiato tanto e bene per riuscire a realizzare con leggerezza Opere scultoree emozionanti.
Luigi si è formato artisticamente a Roma e a Lecce, ma abbiamo motivo di credere che egli, principalmente, si sia formato grazie alla sua sensibilità ed ad una ricerca introspettiva, che ancora prosegue, portandolo a realizzare sempre nuove forme espressive, misteriose ed intriganti.
Ma come nasce l’Artista Luigi Martina?
Non credo al destino, sicuramente per genetica, e soprattutto perché ho scoperto che era il modo migliore per comunicare cose che a parole non riuscivo a esprimere
La ‘prima volta’ di Luigi come Artista?
Quando in Accademia a Roma ho prodotto i miei primi lavori, confrontandomi con docenti e compagni ho capito che c’era qualcosa che non andava!
Quanto cuore di Luigi c’è nell’Arte di Luigi?
La metà sicuramente; l’altra metà, più importante, è occupata dalla famiglia e, a detta di molti, non è un bene per l’arte. Staremo a vedere.
Un Artista parla attraverso le Opere che realizza. Tu cosa vuoi dirci, Luigi, con la Tua Arte?
Il mondo che mi circonda; non solo quello visivo, ma sopratutto quello interiore.
Si vive di amore, forse; ma oggi come oggi si può vivere solo di Arte?
Per adesso con l’arte, almeno io, non ho guadagnato un granché.
La società attuale e il comune sentire attuale quanto apprezzano l’Arte?
Le persone, anche se non lo sanno, sono circondate dall’arte. Essa passa soprattutto attraverso la televisione, il cinema, il ‘semplice’ cartellone pubblicitario. Forse la domanda giusta può essere quanto ne siano consapevoli, la risposta è non moltissimo…ma non importa.
E sorride Luigi, continuando a sistemare nel caldo cuore dell’Ipogeo di Castrì le sue sculture dai nomi che fanno riflettere e che fanno sbrigliare l’immaginazione di chi le ammira, perché hanno la pesantezza e la grazia di quei pensieri fluttuanti, che talvolta ci assalgono, ci tormentano e poi svaniscono, lasciandoci un’esperienza in più, di cui fare tesoro.