I Conservatori di Musica di tutta Italia intendono consentire la realizzazione di un percorso formativo completo, articolato, senza dubbio ricchissimo. Ma, come spesso accade, c’è l’altra faccia della medaglia. Per prima cosa accedere e poi proseguire gli studi in una di queste realtà in un certo senso autonome e indipendenti non è affatto facile.
Ad esempio è risaputa, tra gli addetti ai lavori, la rigidità dei metodi del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. Rigidità, non severità, che pure sarebbe ben accetta se orientata alla formazione di musicisti capaci e competenti. Non accade di rado che soprattutto tra i più giovani si verifichino casi di diserzione a causa della pressione psicologica e materiale che sono costretti a sopportare pur di stare ai ritmi e alle richieste dei loro docenti e del Conservatorio stesso e ciò che è peggio spesso e volentieri questa diserzione è totale. Sta a dire che questi ragazzi finiscono per essere tanto terrorizzati dalla prospettiva di vivere un’esperienza analoga in qualunque altro posto che non vogliono più fare neppure lo sforzo di ricordare i nomi delle note. Così tanti potenziali operatori del settore ne escono, annientati, anelando la libertà.
Non è un’esagerazione, è un dato effettivo. Nonostante questo, non è il caso di essere catastrofisti, ovviamente. C’è chi è perfettamente in grado di procedere lungo l’impervio sentiero fatto di esami e studio matto e disperatissimo, personalità forti e vigorose che affrontano con coraggio la strada che hanno scelto in onore della Musica.
Il Conservatorio è pur sempre un impegno notevole ed è giusto che gli insegnamenti corrispondano all’entità delle informazioni fornite. Su questi due aspetti si costruisce il quadro generale della situazione attuale. Ma da poco ha fatto il suo ingresso un’innovazione di proporzioni mondiali, che ci è dato conoscere grazie ad “Harmonium – Scuola Superiore di Musica” di Lecce, di cui a Novoli in Via Gramsci numero 8 possediamo una sede che è divenuta prolifico polo attrattivo per gran parte dei paesi salentini (oltre alla stessa Novoli vi si trovano allievi provenienti da Villa Convento, Campi Salentina, Salice, Leverano, Carmiano, Guagnano, Magliano).
La scuola, di recente partner ufficiale del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, ha infatti scelto di stringere una pregiatissima collaborazione con ABRSM, Associated Board of the Royal School of Music, associazione dei maggiori Conservatori di Musica del Regno Unito: Royal Academy of Music (Londra), Royal College of Music (Londra),Royal Northern College of Music (Manchester), Royal Scottish Academy of Music & Drama (Glasgow). I docenti della scuola Harmonium hanno partecipato, nell’estate dello scorso anno, al Congresso di ABRSM tenuto rappresentativamente a Milano e organizzato con l’intento di portare a conoscenza dell’Italia intera il metodo di lavoro inglese e ciò che questo può consentire di raggiungere. Si tratta di un approccio completamente differente dagli attuali programmi dei Conservatori italiani.
Facciamo un esempio pratico. Un iscritto alla classe di Pianoforte, secondo l’iter ministeriale, è obbligato a studiare per dieci anni (in termini teorici, ma concretamente almeno un paio in più) per giungere a sostenere un Compimento Inferiore (al quinto anno), un Compimento Medio (il famigerato ottavo anno, noto per la sua inclemente quanto incomprensibile complessità) ed un Compimento Superiore corrispondente al diploma di decimo anno. A questi si aggiungono un esame di Teoria e Solfeggio, obbligatorio per accedere all’esame di Compimento Inferiore, un esame di Armonia e uno di Storia della Musica, questi ultimi da superare prima di presentarsi al diploma. All’apparenza non è poi così terribile, ma il fulcro della questione sta in ciò che per ciascuna di queste prove è richiesto. Inutile entrare in dettagli, basta ricordare che tra le altre innumerevoli richieste nel programma di Compimento Medio troneggia in bella vista una selezione di ben 48 preludi e fughe dal “Clavicembalo ben temperato” di Johann Sebastian Bach. E pare un tantino eccessivo. Ad ogni modo, non è produttivo sindacare un metodo consolidato per decenni, ma è il caso di presentare l’alternativa.
ABRSM propone una preparazione per Gradi. Sempre per riportare l’esempio del pianoforte, ne sono richiesti 8 per accedere al diploma finale. La differenza è minima nella forma, ma incommensurabilmente grande nella sostanza. Accanto ad una congrua preparazione tecnica, a dir poco dimezzata rispetto alla richiesta dei Conservatori ma decine di volte più moderna, mirata e produttiva, sono sufficienti tre brani, solo tre, uno tratto dal repertorio classico, uno dal moderno e uno dal contemporaneo (musica jazz, blues, compositori attuali che il Conservatorio non educa a vedere neppure con il binocolo). Ne vengono proposti alcuni tra cui il candidato è libero di scegliere quelli che più gli aggradano. Inoltre, se ciò non fosse sufficiente, non è necessario conseguire l’attestazione del superamento di ciascun grado nell’ordine prestabilito: ogni candidato è libero di selezionare il livello che si sente pronto per affrontare, senza vincoli di propedeuticità. Cinque i Gradi di Teoria Musicale, per cui valgono le stesse regole. Il riconoscimento ABRSM è una certificazione riconosciuta a livello internazionale valida in ben 90 paesi del mondo. Se il metodo dovesse approdare concretamente e mettere radici in seno ai Conservatori italiani i risultati sarebbero sorprendenti.
Non ci resta che aspettare, e sperare.
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