Lecce – Primo incontro ieri a palazzo Carafa tra i sindaci di Lecce e Matera dopo la nomina di quest’ultima a Capitale europea della Cultura, avvenuta la settimana scorsa. Un incontro permeato da uno spirito positivo di cooperazione in cui è stato confermato il desiderio di avviare una concreta e proficua collaborazione tra le due città. “Sono qui per rendere onore al lavoro straordinario che ha fatto il sindaco Perrone, per le scelte lungimiranti assunte, perché Lecce è partita dopo Matera – afferma ai microfoni Salvatore Adduce, sindaco di Matera e presidente della fondazione Matera
– Basilicata 2019 – Penso che i progetti che sono alla base dei nostri dossier siano assolutamente utilizzabili e proponibili. A me ha impressionato molto il progetto di rigenerazione urbana che considero uno dei temi di straordinaria importanza per il futuro”.
L’incontro inoltre ha dato la possibilità al sindaco Paolo Perrone di dare una ferma risposta a tutti gli attacchi subiti da parte di quella che ha definito “sedicente intellighenzia culturale della città” al mancato conseguimento del titolo e che sin dall’inizio ha guardato con diffidenza al progetto. “Capitale europea della cultura è di per sé un’insieme di identità, esperienze e sensibilità diverse che si mettono insieme, immaginando un futuro migliore – Ha rimarcato – Questo è stato fatto a Lecce, ed è un valore inestimabile che noi abbiamo già capitalizzato. Il processo è aperto a tutti coloro i quali si sono sentiti in dovere di poter dare un contributo e lo hanno dato spontaneamente. Nessuno è stato chiamato a partecipare, non ci sono stati inviti particolari perché tutti indistintamente erano invitati. Chi è rimasto fuori – prosegue – oggi può dire la sua, ma sapendo che non ha voluto partecipare, quindi non accetto assolutamente rimostranze da chi mi dice di non essere stato coinvolto”. Di rincalzo Salvatore Adduce ha ribadito che anche Matera ha seguito la stessa linea di Lecce. Il progetto è stato una porta aperta a tutti, basato sulle persone, nessuno ha ricevuto inviti particolari perché tutti erano interpellati.
Sfatata anche l’ipotesi di una ventilata volontà politica alla base della vittoria di Matera. Entrambi i sindaci infatti hanno sottolineato che nel progetto di capitale europea della cultura non ci sono state preferenze politiche di alcun genere: “Al contrario la bontà del progetto ha consentito – come dice il sindaco Perrone – il superamento degli steccati politici e ideologici, quel senso di individualismo e di campanile così ben radicato nelle coscienze di molti”. “Va sgomberato il campo da queste cose! È troppo bello il progetto di Lecce e il progetto di Matera per essere impallinato sul terreno della strumentalizzazione pseudo politica”. Ha infine chiosato sull’argomento il sindaco Adduce.
Messe a tacere le illazioni inerenti la gestione delle risorse economiche. “I fondi finora a disposizione sono stati elargiti dalla regione e dal comune – ha precisato Adduce – Il governo nazionale offrirà una sponda interessante alla città vincitrice così come il programma Italia 2019 la offrirà alle città giunte in finale”. Massima trasparenza su questo punto assicura Paolo Perrone: “Gran parte dei fondi sono fondi che provenivano dal Poin e quindi vanno rendicontati ufficialmente. Su questo non abbiamo nessun timore anche perché, tra le città candidate, Lecce è stata quella che ha speso di meno”. Volontà di collaborazione quindi, di unire le forze per dare un segnale positivo di crescita reale che sostanzi tutto il lavoro svolto finora; si è già iniziato a ragionare da un punto di vista organizzativo su questo, si pensa infatti alla realizzazione di una mostra sul rinascimento. Mentre nell’immediato futuro si pensa ad un incontro tra i sei sindaci delle città finaliste da realizzare possibilmente anche nel corso dell’assemblea nazionale dell’ANCI (associazione nazionale comuni italiani) che si terrà nei primi di novembre.
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