Quella che ci apprestiamo a narrare in questo articolo è la storia di un sogno e di una passione per la musica che non ha mai abbandonato il protagonista. Andando indietro nel tempo, tutto nasce quando un gruppo di amici, uniti dall’amore per la musica, decidono di provare a mettersi insieme per proporre un genere musicale che aveva colpito tutti loro.
Siamo nel lontano 1995 quando, Emanuele Dell’atti, insieme ai suoi amici, inizia un percorso musicale che lo porterà fino ad oggi e al suo ultimo album “Many Loves SKA Jazz – dreamlike”, CINEDELIC records. Un po’ un gioco di parole dove Many è da intendersi anche come diminutivo di Emanuele.
“All’inizio, quando abbiamo cominciato a suonare lo SKA, nessuno lo conosceva. Ci riunivamo nei locali di Radio Studio 98, mitica radio di Campi Sal.na che già da un po’ di tempo aveva chiuso i battenti, e lì, insieme a Pierpaolo Guerrieri, componevamo canzoni, scrivevamo testi e suonavamo, senza conoscere la musica e senza sapere allora di fare SKA”, racconta Emanuele, parlandoci dei suoi esordi musicali.
Lo SKA, un genere musicale originario della Jamaica, che si sviluppa nei primi anni sessanta, caratterizzato da una mescolanza tra strumentazioni elettriche e fiati solitamente usati nel jazz (sassofono, tromba, trombone) e che di fatto è stato il precursore di altri importanti generi come il rock-steady e il reggae. A questo genere si ispirava Emanuele nelle sue prime composizioni e intanto, sull’onda dell’entusiasmo e della bella sinergia che si era creata nel gruppo, nascono i “Vento di Fronda”, una SKA band tutta salentina che, tra testi un po’ demenziali, un po’ colti e disimpegnati, rimane attiva per ben otto anni. Nel tempo la band comincia ad avere maggior consapevolezza, a voler prendersi sul serio, forte anche dei successi e dei consensi che non mancano ad arrivare.
“Stavamo puntando a fare il salto di qualità, ma avevamo perso lo spirito originario, quello spirito scanzonato e demenziale da cui eravamo partiti”. Commenta Emanuele con un velo di malinconia. È così che i Vento di Fronda si sciolgono. Finisce un periodo importante, determinante per Emanuele, la passione per la musica però resta immutata.
“Dopo la mia esperienza con i Vento di Fronda non ho mai smesso di comporre. Questo disco nasce da una mia esigenza di non lasciare la musica. Sempre da autodidatta ho lasciato la chitarra per iniziare a comporre al pianoforte – continua – Ho iniziato a comporre il primo brano nel 2010 e poi di seguito tutti gli altri. Per realizzare questo disco ci son voluti in tutto 3 anni: due di composizione ed elaborazione, uno di registrazione e produzione. Per questo progetto mi sono ispirato al dixieland, al calypso, al funky, al soul, jazz, sono andato oltre lo ska jamaicano, contaminandolo con la tradizione italiana dei compositori di colonne sonore (Trovajoli, Umiliani, Pregadio)”. Un lavoro sodo il suo, seguendo un sogno, un’ispirazione, un bisogno che ha tenuto sempre viva la sua voglia di fare musica. “Una volta ottenuti i provini dei brani, ho sottoposto il mio lavoro a Vincenzo Grasso (ex dei Fronda) e lui mi ha suggerito di parlarne con Emanuele Coluccia, un musicista di tutto rispetto e un arrangiatore come pochi. Confesso che all’inizio ero un po’ perplesso ma, dopo il primo incontro, è nata subito una bella sintonia. Mi è piaciuto confrontarmi e collaborare con lui, sua è l’armonizzazione dei fiati presenti nei brani”.
Ma per realizzare un progetto così impegnativo non si può fare tutto da soli e questo avrebbe potuto essere un ostacolo non indifferente. “Fortunatamente la maggior parte dei musicisti che hanno partecipato alla registrazione di questo disco sono tutti miei amici dai tempi dei Vento di Fronda – ci informa con un sorriso Emanuele – dei veri professionisti con molta esperienza live alle spalle che non smetterò mai di ringraziare”. E quindi, oltre a Emanuele Dell’Atti (chitarra ritmica, organo, synth oltre ad essere compositore e arrangiatore dei brani), Vincenzo Grasso (sax e clarinetto) ed Emanuele Coluccia (sax e arrangiamento sezione fiati), hanno creduto e collaborato alla realizzazione di questo progetto anche: Andrea Perrone (tromba e flicorno); Gaetano Carrozzo (trombone); Marco Tuma (armonica e flauto traverso); Alex Semprevivo (batteria); Stefano Rielli (contrabbasso); Orazio Milli (percussioni); Paolo Pulli (ukulele); Marco Calabrese (piano e tastiere) .
“A tutto questo c’è da aggiungere la grande professionalità e competenza dello studio di registrazione Sudestudio con Stefano Manca che ha curato le riprese e il mastering e il lavoro di Matilde Davoli in fase di mixaggio”. Elenca Emanuele.
L’album, uscito da poco più di due mesi, sia in vinile, sia in CD, ha riscosso subito un notevole successo, tanto da essere considerato uno tra i più validi del 2014 in ambito Ska e Rock-steady. Tra i 113 partecipanti a “THE ALBUM OF THE YEAR 2014”, un’iniziativa promossa da “Reggae Steady Ska – Global Community”, si è classificato al 5° posto. Mentre, nella sezione “VIDEO OF THE YEAR”, il video del brano Fuzzy Waves, registi Omar Ndiaye e Gianluca Melappioni, sempre dei Many Loves Ska-Jazz, si è collocato al 4° posto.
La stessa copertina del disco, realizzata da Elena Tenti, è stata selezionata tra le 40 più belle copertine di vinile nel concorso “Art Vinil Italia”.
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