Novoli (Le) – La scuola al centro d’una storia a tratti molto triste… Una giovane insegnante, un Istituto di periferia e una bambina disagiata… “Non c’è cuore” è il titolo del libro di Antonella e Franco Caprio (Betelgeuse Editore) che sono stati ospiti del terzo incontro della rassegna culturale “Mi racconti un libro?”, a Novoli presso la Saletta della cultura “Gregorio Vetrugno” in via Matilde.
Nel corso della serata, moderata da Maria Rosaria Greco, redattrice del giornale on line Paisemiu.com (Organizzatore degli eventi con la collaborazione della Libreria Palmieri e dell’associazione culturale ArgoMENTI), ha dialogato con gli autori Fabio Scrimitore (già Provveditore agli Studi e ora Preside del Liceo Classico Giovanni Paolo II di Lecce).
“Non c’è cuore” è una storia vera romanzata, è uno spaccato di vita quotidiana.
Il libro è un viaggio d’osservazione in un mondo che oramai va molto veloce e non si ferma più ad analizzare quello da cui è circondato e si arrabatta a vivere a stampo, un po’ come tutti, un po’ come gli altri, perché se una cosa la fanno gli altri forse è giusta.
Nella società odierna i bimbi sono troppo impegnati e stressati e i genitori non trovano più il tempo per dialogare con loro.
Il lento tragitto nelle vicende di questa scuola di periferia di Torino, in cui si ritrovano accozzaglie di razze in un mondo ormai multietnico, esprime ed evidenzia tutta la difficoltà odierna degli insegnanti a relazionarsi con la molteplicità delle culture e, a volte, il loro delicato lavoro diventa l’antitesi di ciò che dovrebbe essere e non per colpa loro ma perché è sempre più difficile insegnare qualcosa di omogeneo e “giusto” in una Babele di lingue che rende sempre più difficoltosa la comprensione di sé e degli altri. I bambini sono quello che vivono nel quotidiano, sono quello che gli adulti li fanno diventare. Sono una spugna che assorbe e poi rilascia.
La giovane professoressa è risucchiata tra le pagine di questa storia in un evento drammatico di cui si sente volutamente colpevole ma, forse, non lo è. Sarà il lettore, poi, a farsi la propria idea e decidere se assolvere o no questa “scuola” che forse ancora troppo uguale a quella di trent’anni fa ma con tante domande in più.
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Anticipato, dagli autori ai presenti, un finale drammatico in cui ognuno potrà esprimere il proprio giudizio, perché il libro non “giudica” ma racconta, non punta il dito ma fotografa la realtà. Proprio in quell’istantanea noi formuliamo e depositiamo la nostra domanda, non agli autori ma a chi deciderà di leggere il libro: “Incominciamo a guardare in faccia la realtà, capendo che bisogna rallentare, frenare e ritrovare antichi valori, oppure continuiamo a fare finta di nulla, continuando a specchiarci nei profili immacolati dei social e consegnando al futuro figli deboli, depressi e confusi?” .
Non v’è dubbio che anche la scuola è vittima di un futuro che corre alla velocità della luce… Preferiamo guardarla, ancora, forse nostalgicamente, come “eroica” madre, ma non esimiamoci dal considerare che i figli vanno educati e cresciuti fra i muri domestici: la responsabilità principale deve essere sempre e comunque dei genitori; fuori c’è il mondo, nel mondo sono collocate la scuola, la parrocchia, le attività culturali e fisiche… Ma è in casa che bisogna dedicare più tempo a questi ragazzi. Per quanto riguarda la multietnicità dobbiamo azionare il freno a mano e capire che il futuro ormai è questo e bisogna far convivere il Crocifisso affianco al Corano e la Moschea affianco alla Chiesa e tutto ciò è possibile e dobbiamo renderlo tale insegnando ai nostri figli un valore universale: il rispetto verso il prossimo, la diversità è un valore che permetta di arricchire e non una barriera che separa.
Continua il percorso di Paisemiu.com nel mondo dei libri e della cultura, e continua a inseguire quel romantico, difficile, ma non impossibile obiettivo di aggregare la gente di fronte ad uno scritto e non dietro allo schermo freddo di un PC.
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