Novoli (Le) – I festeggiamenti novolesi per Sant’Antonio sono ormai alle porte e quest’anno la festa affiancherà l’arte del territorio, con una serie di eventi organizzati tra la Fondazione Fòcara e la Pinacoteca Comunale di Novoli. Sarà perciò inaugurata martedì 3 gennaio alle ore 18 la mostra “Olio d’artista”, presso la sede della Pinacoteca.
L’iniziativa propone elaborazioni, interpretazioni e riuso dei tradizionali contenitori dell’olio: la lattina metallica e la bottiglia di vetro. Avviata nel 2011 con un primo nucleo di artisti e arricchitasi sempre più nel tempo, esalta, attraverso l’arte, il principe della tavola mediterranea, quell’olio d’oliva che rappresenta l’asse portante dell’economia della nostra terra e per il quale la Puglia è nota nel mondo. La collettiva d’arte contemporanea, a cura di Francesco Sannicandro, si compone di una collezione di oltre centotrenta opere di artisti, pugliesi e non, che partendo da lattine di alluminio e bottiglie di vetro, li privano della funzione di semplici contenitori trasformandoli in opere d’arte. La fantasia, l’estro e la sensibilità degli artisti fanno a gara per esaltare e valorizzare un prodotto il cui successo è noto anche fuori dai confini nazionali e che vede, in questa mostra, l’arte di rendergli omaggio.
“Nella mostra Olio d’artista – scrive Sannicandro – è l’oggetto stesso che si trasforma in opera d’arte e nel contempo vede realizzarsi la perdita del suo valore d’uso: perde la funzione originale per acquisire altre proprietà, estetiche, simboliche, allusive, analogiche, allegoriche, in taluni casi persino anagogiche […] non siamo nel campo della riciclart, giacché non si tratta di oggetti che hanno già esaurito la loro funzione e attendono di essere abbandonati o riciclati: le lattine e le bottiglie utilizzate sono tutte nel pieno della loro potenziale azione, nuove e non ancora ‘unte’ dall’olio”.
Al vernissage saranno presenti il Sindaco e Presidente della Fondazione Fòcara di Novoli, Gianmaria Greco, il direttore della Pinacoteca Comunale-Museo del Fuoco, Piero Pella e il critico d’arte Carmelo Cipriani. L’evento, patrocinato dal Comune di Novoli e dalla Fondazione Focàra di Novoli, è promosso in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Lecce, Arte Italia Cultura, Foreste Urbane, Olio Mimì. Media Partner Il Sito dell’Arte.
Sarà presentata l’installazione site-specific Sacred Fire di Francesco Sannicandro, realizzata con lamiera, legno, tralci di vite, carbone, cartapesta, gesso, tessuto, luci.
“La Fondazione Fòcara di Novoli promuove grandi iniziative culturali legate all’arte internazionale – ha dichiarato il Sindaco Greco – senza dimenticare gli artisti e le eccellenze locali. Tengo a ringraziare il maestro Sannicandro per aver deciso di donare la sua installazione al ‘Museo del Fuoco’”
Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Festival, introduce così alla rassegna: “L’olio non è dato tal quale in natura. È il frutto dell’ingegno dell’uomo. Anche se si tratta di un’operazione semplice, e perfino banale – consistente nello spremere le olive – l’aver avuto una simile intuizione ha reso di fatto l’olio un’invenzione tecnologica impareggiabile. In fondo, chi poteva immaginare che un minuscolo frutto – peraltro amarissimo e immangiabile, se non preventivamente lavorato con la necessaria accortezza e pazienza – potesse dar seguito a un succo gustoso e gradevole, capace di conferire sapidità e palatabilità ad altre materie prime bisognose di essere rese più appetibili? Le proprietà connettive e plastificanti, congiuntive, antiaderenti e lubrificanti degli oli da olive hanno permesso di far compiere un significativo passo in avanti nella elaborazione e presentazione dei cibi. Così, questa pur apparentemente ordinaria invenzione, ha potuto, nel tempo, sempre più imporsi all’attenzione generale, proprio perché è stato l’uomo a cogliervi ogni volta importanti elementi di novità, tali e tanti da lasciare segni indelebili nei costumi alimentari dei vari popoli. Segni evidenti soprattutto ora, che a distanza di almeno sei millenni, è possibile scorgere nettamente l’imprinting delle varie comunità d’anime che si sono via via succedute, lasciando per certi versi una immaginaria quanto reale impronta genetica, che si è espressa e manifestata anche attraverso l’arte. […] Non l’arte olearia in senso stretto ma l’arte che trascende la materia prima e la eleva a simbolo ponendola su un altro piano. L’arte, per l’esattezza, che già solo a sfogliare le pagine del catalogo che accompagna una mostra originale quanto divertente nei suoi sviluppi, egregiamente ideata e curata da Francesco Sannicandro, a titolo “Olio di Artista”, ci fa comprendere quanto sia utile (per chi lo produce, chi lo vende, chi ne fruisce) che l’olio possa essere ogni volta reinterpretato in modo differente, rimodulandone l’immagine e decontestualizzandola. In tal modo, con una brillante operazione che ha coinvolto centinaia di artisti, l’olio da olive non è più una materia grassa tra tante altre disponibili in commercio, ma diventa simbolo di una civiltà che viene decodificata e consegnata libera dalle maglie imposte da un legislatore che penalizza le aziende confezionatrici nell’abbigliaggio dei contenitori dell’olio. “Olio d’Artista” diventa così un atto di libertà e di implicita ribellione al sistema, imponendo, almeno non nel consueto canale delle vendite, ma negli spazi dell’arte, un nuovo approccio con i contenitori d’olio, andando oltre la consuetudine, e invogliando, di qui in avanti, a creare felici e imprevedibili commistioni tra i contenitori destinati comunemente al commercio – che in genere appaiono inespressivi e castigati, inutilmente austeri e comunque imprigionati da troppe (e pletoriche) diciture imposte da un legislatore bulimico che sottrae spazio alla creatività – e quelli che non sono invece soggetti ad alcun vincolo. L’olio, prodotto antico e millenario, ha bisogno di una ventata d’aria nuova e di entrare, il prima possibile, in una dimensione altra, alternativa ai canoni ufficiali, in modo da svecchiare la propria immagine, andando incontro verso nuove epifanìe. Le creazioni degli artisti non trovano oggi impedimenti di alcun genere, ma possono in compenso trovare un pubblico più aperto e incline ai cambiamenti, potendo così procedere con rappresentazioni perfino dissacratorie, e di forte rottura con il passato, fino a trascendere il contenuto presente nei molteplici contenitori, ed evocando le mille e mille forme differenti e immaginabili. La materia prima “olio da olive”, vista da sola, pur pregiatissima e nobile, sapida, profumata e funzionale nei molteplici impieghi cui è affidata, non è in grado di consegnare alla storia la parte di sé non visibile, quel tesoro nascosto che pur le appartiene ma pochi conoscono. L’alta valenza simbolica assegnata nel corso dei secoli e poi dei millenni all’olio da olive è in realtà il frutto di una mediazione culturale, senza la quale l’olio sarebbe un banalissimo grasso alimentare tra i tanti disponibili, sicuramente il più sano e gradevole, ma solo una sostanza grassa e nulla più. Senza il contributo dell’arte, ma anche della letteratura, l’olio non avrebbe avuto quell’impulso che lo ha reso oggi così popolare, e ieri, invece, così tanto celebrato da miti e religioni. L’olio da olive oggi è vissuto come una sorta di prolungamento e quasi una estensione della propria esistenza. Non è più un normale condimento tra i tanti, ma è esso stesso alimento e ingrediente di primo piano. Non più alimento generico, ma “cibo funzionale”, functional food dall’alta valenza salutistica e nutrizionale, tanto che per molti è ormai considerato a pieno titolo un nutraceutico, per metà nutrimento e per l’altra metà farmaco. Cosi – a parte le grandi opere, tra dipinti e sculture, che riprendono i segni fondanti, e fondativi, quali sono appunto l’olivo, le olive o l’olio – è sufficiente volgere la propria attenzione a quanto è avvenuto nell’epoca a noi più vicina, già a partire dal finire dell’Ottocento, con le brillanti intuizioni di quanti hanno saputo vestire, reinterpretare e dialogare la materia prima olio, presentandola in forme e abbigliaggi nuovi, con lattine in banda stagnata che in alcuni musei si possono ancora oggi contemplare in tutta la loro originalità, anche laddove si sconfinava nel puro e selvaggio kitsch. Il grande momento, con la massima e più elevata rappresentazione che si potesse avere per i contenitori dell’olio, ma anche per le molteplici altre forme espressive di comunicazione, è dovuto ad artisti come Plinio Nomellini e Giorgio Kiernek – a suo tempo mobilitati da imprenditori illuminati come i Novaro – per proseguire, fino ad oggi, con altri artisti, e in molti casi designer, che hanno avuto la capacità di vedere nell’olio ciò che non si vede o che altri non vedono, quel quid di impercettibile capace di rendere l’olio da olive diverso e sempre attuale, contemporaneo.
“Olio d’Artista”, una mostra che reputo singolare e quanto mai efficace negli esiti, si colloca per me proprio in questa lunghezza d’onda, e mi auguro vivamente che alcuni tra gli imprenditori più illuminati possano scommettere e investire su queste rappresentazioni artistiche facendole uscire dal guscio protettivo delle sale espositive.”
Numerosi gli artisti che hanno contribuito con la loro arte, ed arricchire quest’esposizione: Natale Addamiano, Dario Agrimi, Franco Altobelli, Caterina Arcuri, Uccio Biondi, Alessandro Boezio, Dario Brevi, Rossana Bucci & Oronzo Liuzzi, Antonia Bufi, Loredana Cacucciolo, Vito Capone, Cappelluti Raffaele, Gaetano Cariello, Michele Carmellino, Miki Carone, Giovanni Carpignano, Maria Grazia Carriero, Mariangela Cassano, Mauro Castellani, Pierluca Cetera, Daniela Chionna, Angela Cosnsoli, Daniela Corbascio, Angelo Cortese, Franco Cortese, Maria Grazia Costa, Flavia D’Alessandro, Teo De Palma, Paolo De Santoli, Gianni De Serio, Amedeo Del Giudice, Angioletta Denitto, Pietro De Scisciolo, Carlo Dicillo, Amalia Di Lanno, Antonio Di Michele, Antonio Di Rosa, Pietro Di Terlizzi, Ninì Elia, Gaetano Fanelli, Luigi Filograno, Antonino Foti, Ignazio Gadaleta, Letizia Gatti, Antonio Giannini, Marco Giberti, Claudio Grenzi, Gaetano Grillo, Enzo Guaricci, Dario Lafasciano, Nicola Liberatore, Giuseppe Lisi, Salvatore Lovaglio, Paolo Lunanova, Nelli Maffia, Anna Magistro, Franco Marrocco, Michele Martucci, Mimmo Marullo, Jara Marzulli, Vincenzo Mascoli, Antonio Menichella, Mauro Mezzina, Enzo Morelli, Massimo Nardi, Fernando Perrone, Pino Potito, Mario Pugliese, Massimo Quarta, Daniela Raffaele, Lucia Rotundo, Massimo Ruiu, Francesco Sannicandro, Laura Scaringi, Lino Sivilli, Maddalena Strippoli, Anna Maria Suppa, Beppe Sylos Labini, Cosmo Damiano Tondo, Tommaso Tosiani, Franco Valente, Claudia Venuto, Michele Zaza.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 18 gennaio, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 20.00.