Ormai la festa è alle porte. Questa sera alle ore 20 sarà accesa la fiamma della speranza che arderà per i prossimi 3 giorni, distribuendo il suo calore a tutte le persone che si accingeranno ad ammirare la maestosa pira di tralci di vite, la nostra amata Focàra, costruita magnificamente sotto la regia di mesciu Renatu.
Ogni anno intorno alla sua costruzione si creano sempre innumerevoli dibattiti. Alcuni la criticano negativamente, altri positivamente ma alla fine tutti ammirano e lodano la nostra grande Focàra e il nostro santo patrono,Antonio Abate.
Anche quest’anno la Focàra sarà prova di un allestimento, che in nessun’altra parte del mondo si compie, che darà vita ad una fusione tra ciò che rappresenta la tradizione popolare e ciò che rappresenta l’avanguardia dell’arte contemporanea. L’anno scorso furono allestiti dei grandi cavalli di vario colore ad opera del maestro Mimmo Paladino mentre quest’anno sono stati inseriti dei numeri variopinti di uno dei più autorevoli esponenti dell’arte contemporanea Ugo Nespolo. Senza entrare nel merito dei giudizi, i quali ritengo sia più opportuno che restino personali, credo che l’evoluzione storico-culturale che la festa abbia attraversato sia, a mio avviso, gradevolmente condivisibile.
Restare rinchiusi nel guscio della tradizione popolare lasciando fuori tutto ciò che ci circonda potrebbe essere un segno di immaturità. Lasciamo che la festa diventi un momento di orgoglio non solo per noi novolesi, che giustamente ne veneriamo il suo giungere, ma anche per tutto il salento. Facciamo in modo che Sant’Antonio Abate e la Focàra diventino i simboli di una tradizione salentina pronta ad accogliere tutti coloro che ne vorranno fare parte, come è insito in ognuno di noi accogliere e far sentire a casa propria qualunque cittadino di qualunque paese del mondo decida di venire a trovarci.
Non mi sento di criticare nessuno per le scelte fatte per l’organizzazione degli eventi culturali della Notte del Fuoco. Ritengo sia giusto lasciar scorrere gli eventi e successivamente esprimere un giudizio in merito.
Non credo che fare dei passi indietro riporterebbe a Novoli e ai novolesi la vera tradizione della festa perché la vera tradizione è dentro ognuno di noi. Perché la festa di Sant’Antonio Abate e la Focàra è e sarà sempre il “nostro” giorno solenne.
Buono spettacolo!!!
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