Tutto ciò sarà scritto in queste pagine sappiate non ha documenti scritti nè fonti verificabili, solo notizie tramandate a voce come una leggenda.
La leggenda di PUBBLIO DA RUGGE, SANT’ORONZO DI LECCE. Contemporaneo di Gesù Cristo nasce da una famiglia Patrizia di Rudiae nei paraggi dell’attuale San Pietro in Lamis, pare fosse un filosofo. Un giorno mentre era a caccia nelle foreste vicino al mare Adriatico, con il nipote Fortunato, incontra Giusto, un forestiero proveniente da Corinto, che era scampato ad un naufragio, ed era giunto nella zona di quello che diverrà Porto Adriano in località San Cataldo. Questi era diretto a Roma dall’apostolo Paolo a cui portava una lettere di Pietro. Questo incontro per Pubblio fu illuminante, tanto che abbraccio la fede Cristiana e si fece battezzare col nome di Oronzo, che vuol dire “Rinato”.
Iniziò così a predicare e convertire tanti suoi concittadini, cosa che infastidì i sacerdoti degli Idoli del tempo. Quando il Pretore gli impose di abiurare la sua fede in Cristo, lui e Giusto si rifiutarono e furono condannati alla flagellazione. Durante l’esecuzione della condanna avvennero dei fatti strani che spaventarono il Pretore che liberò i due, facendoli allontanare dalla città. Così Oronzo partì e andò a Roma dove incontrò l’Apostolo Paolo, che riconobbe in lui un uomo Santo e lo nominò Vescovo della sua città. Il Prefetto saputo l’evolversi della sua conversione, comunicò tutto a Nerone.
Oronzo e Giusto scampati ancora alle persecuzioni si rifugiarono ad Ostuni, dunque a Turi rimanendo 23 giorni in una grotta a predicare e battezzare. Si allontanarono poi nella zona del barese e verso Matera prima e gli Abbruzzi poi, per predicare e convertire. Tornato a casa, non si arrese e continuò con Giusto la sua opera di predicazione ma questa volta furono arrestati e rinchiusi in una prigione nell’attuale via Idomeneo. All’alba del 26 Agosto furono portati 3 km fuori città in zona “Capu te Santu Ronzu” per essere giustiziati per decapitazione. Si narra che nel momento precedente l’esecuzione una enorme Croce di luce apparve sulla città, ma non bastò per fermare la mano crudele dal boia che portò a termine il macabro compito. Cadde prima Giusto poi Oronzo. Sul luogo dove caddero le loro teste sbocciarono improvvisamente cespugli di fiori freschi e profumati.
I corpi furono denudati ed abbandonati lì per tre giorni. Petronilla, una patrizia convertita a Cristo, raccolse il corpo del Santo e lo fece seppellire nel suo palazzo, l’attuale Episcopio.
Le numerose ricerche della sua esistenza e del suo corpo non hanno mai dato frutti, così Papa Urbano VIII, nei primi del 1600 dichiarò la non esistenza del Santo e la cancellazione dal Martirologio.
Un’altra leggenda vedeva Sant’Oronzo scolpito in un bassorilievo in argento di un’arca a Zara, che ne conteneva la testa, ma anche questo mai del tutto provato.
Nel 1659 Alessandro VII lo proclamò SANTO, forse anche per aver accolto le preghiere dei cittadini di Lecce ed averli miracolati dalla peste, da quel momento divenne Protettore della città, ruolo che fino ad allora era stato di Sant’Irene. Oggi la statua del Santo troneggia sulla facciata barocca della cattedrale. La maestosa statua che dominava la piazza dalla Colonna Romana posta appunto nella piazza principale a lui dedicata, è attualmente in restauro ed è custodita nel vicino palazzo di città, Palazzo Carafa o delle Paolotte. Quale sarà il suo prossimo futuro ancora non è definito, perché per proteggerla potrebbe non essere più posta sulla colonna ma nel vicino Sedile, ideale teca che consentirebbe comunque di ammirarne la bellezza e la maestosità. Viene anche raffigurato in una bella tela di Giuseppe di Brindisi collocata al centro del controsoffitto ligneo della cattedrale.
Molti i leccesi che ancora oggi portano il suo nome. Nei giorni 24/25/26 Agosto viene celebrata la festa dei tre santi, ORONZO, GIUSTO, FORTUNATO martiri, festa molto attesa e sentita da tutta la cittadinanza.
Altre città del Salento sotto la protezione del Santo sono Campi Salentina, Acaya, Caprarica di Lecce, Turi dove è situata la famosa grotta e in particolare Ostuni, che lo ospitò in un momento particolare della sua predicazione.