Lecce – Ieri 30 Maggio 2014, dalle ore 9 alle ore 19, il Musa (Museo Storico-Archeologico dell’Università del Salento), nell’ambito del progetto “CORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORE MUSEALE”, promosso da LINK Udu Lecce, KAIROS snc e Consiglio degli Studenti, ha finalmente accolto i 16 artisti partecipanti al contest “MostrArti o Musa”.
Gli artisti si sono ispirati alle sale del Musa per le loro opere, atte all’attualizzazione di tradizioni storico-culturali tipiche del territorio.
Vediamo da vicino quali sono state le idee di questi giovani appassionati d’arte: Federica Meraglia da Ugento frequentante l’Accademia di Belle Arti Lecce, ha presentato un’opera in argilla ispirata ad una scena di caccia che l’ha particolarmente colpita nella sala della preistoria – protostoria.
Simona Pistorello da Muro Leccese, laureata in Lingue e frequentante il corso di pittura all’Accademia di belle arti di Lecce si è ispirata al suo territorio, ai Messapi, al mare ed al sogno. Il suo acrilico trasporta l’osservatore in un paesaggio marino notturno arricchito da una vecchia anfora arenatasi sulla sabbia, trampolino di volo per una bambina (alter ego dell’artista) che abbraccia l’arte e la storia del suo territorio. Sulle onde baciate dai raggi lunari poi spicca una barca a vela, metafora del viaggio e quindi anche del bagaglio di bellezze che il passato regala all’uomo.
Eleonora Rampino da Carmiano, frequentante il corso di pittura all’Accademia delle belle arti di Lecce, per la sua tela è stata ispirata da vasi e colonne presenti nella sala messapica del Musa. Con dei grappoli d’uva posizionati sulle colonne ha detto di voler rappresentare elementi tipici del territorio salentino.
Cristina Palazzo da Lecce, ha frequentato il Liceo Artistico e ha presentato un soggetto mitologico: Le tre Parche romane che stabilivano il destino degli uomini. China, penna, coline e tanto colore per la sua opera.
Angelica Greco da Melendugno, ha frequentato il Liceo Artistico e in una delle sue due opere ha preso spunto da un’anfora medioevale utilizzata come luogo di sepoltura per un infante. Il suo acrilico su tela ha visto il contrasto dei colori blu e rosso, per poter ricreare negli occhi di chi l’ha osservata il passaggio dal freddo della morte al calore della vita. Nell’altra opera, realizzata dietro la stessa tela, ha preso spunto sempre da un’anfora che è stata arricchita con dei fiori rappresentanti l’evoluzione dell’uomo che cammina assieme al tempo.
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Giada Alfarano da Racale, pittrice nella vita e è stata ispirata dalla mostra di Iside del Musa. Il suo quadro dal titolo “Dea Contraddizione” ha voluto rappresentare la personalità di Iside, intrigante, affascinante e contraddittoria dea della femminilità ma anche dell’oltretomba. Queste contraddizioni sono state messe in risalto dal chiaro scuro visibile sul volto di Iside realizzato con efficacia grazie all’abile tecnica pittorica dell’artista.
Annamaria Antonazzo da Lecce, già laureata all’Accademia delle belle arti è stata ispira dalla mostra di Iside del Musa e ha rappresentato una statua della dea esposta nel museo. Numerosi acquerelli, pastelli ad olio e colori acrilici per lei, che ha come modelli Klimt e Magritte.
Luca Pano da Nardò, frequentante il corso di scultura all’Accademia delle belle arti di Lecce, viene ispirato dai famosi cippi messapici di Otranto. Nella sua scultura ha accostato la terra al mare, una terra ricca di fori rappresentanti le numerose vittime della guerra intrapresa dai Messapi contro i Tarantini. Il mare invece è stato visto come simbolo di pace, dato che sulle coste di Ugento i Messapi stilarono appunto un trattato di pace.
Mariangela Martinelli da Policoro, frequentante il corso di decorazione all’accademia delle belle arti di Lecce ha riprodotto accessori femminili con il riutilizzo di diversi materiali. Ha detto di essere stata ispirata dalle spille utilizzate dalle donne romane.
Federica D’Andria da Taranto, frequentante il corso di decorazione all’accademia delle belle arti di Lecce, ha realizzato accessori in rame, acciaio e coralli lasciandosi ispirare dagli artisti medioevali.
Annatonia Luperto da Galatone, laureata all’Accademia delle belle arti di Lecce, ha disegnato con l’unione di grafica e disegno realistico, un’ opera dal titolo “Pianto di morte” ispirandosi ad un’anfora funeraria.
Marco Musarò da Tricase, frequentante il corso di grafica all’Accademia delle belle arti di Lecce, è stato ispirato dal sito di Serra Cicora e dalle tombe di Roca. Per lui penne, pastelli e materiale acquerellabile.
Giuseppe Massafra da Poggiardo, ha frequentato I’istituto d’Arte e disegna per passione. Si è ispirato ad Oria eh ha rappresentato il passaggio delle donne dall’età adolescenziale a quella fertile in uno scenario notturno.
Arianna Nisi da Francavilla Fontana, frequentante la facoltà di Scienze Biologiche a Lecce, ha ritenuto che la mancanza di figure femminili tra i plastici della sezione preistorica del Musa andasse colmata. Ha rappresentato perciò – con acquerelli – una donna che raschia le pelli.
I numerosi visitatori del Musa hanno votato le opere tramite foglietti bianchi su cui veniva scritto il numero attribuito ad ogni artista ed inoltre è stata dato la possibilità anche al popolo del web di votare tramite i like che le foto degli artisti, condivise sui social network, ricevevano.
La prima classificata è risultata Simona Pistorello, la seconda classificata Giada Alfarano e la terza Angelica Greco.
Annamaria Antonazzo ha ottenuto il premio della giuria
Ed infine sono stati segnalati gli splendidi accessori realizzati da Mariangela Martinelli e Federica D’Andria.
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