Scuola uguale a maestra di vita. Finalmente si riaprono i cancelli considerati per antonomasia chiusure e difese dall’esterno. In realtà questi evitano che la possibilità di assembramenti pervada in nome di una ricercata libertà a tutti i costi. Le misure di distanziamento sociale consentiranno che non si vada “tra la perduta gente”, ma come ha spiegato ampiamente la ministra Azzolina creeranno un clima di protezione. Di nuovo c’è che gli scolari, i ragazzi che frequentano la scuola, i compagni di classe potranno ritornare all’habitat scolastico come se si riaffacciassero nuovamente alla vita, come se tutto d’un tratto si svegliassero tutti insieme contemporaneamente da un letargo.
Basta ora con la didattica on line, non si studia più “da remoto”, ma ci si incontra nel luogo deputato allo scambio umano. Dopo i medici adesso si fanno avanti gli insegnanti-eroi. La scuola diventa come la famiglia una chiesa domestica, per chi ci crede. Gli studenti vicini- lontani finora, si ritrovano puntualmente galvanizzati, seppure in questo ambiente delle aule rispettose delle misure anti-covid.
Il “cervello sociale”, è un po’ oscurato dalle mascherine, si tratta del comportamento non verbale costituito dalla conversazione vis-à-vis, il tono di voce, la postura, la gestualità, il contatto visivo per sintonizzarsi con la mente altrui, per difendere ciascuno nella propria essenza di esseri umani e raggiungere il benessere duraturo. La missione dei prof fa proseliti tra gli alunni, ora più che mai vissuti da questi ultimi come modelli a cui ispirarsi nel loro esserci nel mondo. Nella trasmissione televisiva della RAI, tenutasi nei giorni scorsi alla presenza del presidente Mattarella e delle autorità dello Stato a Vò Euganeo, si è compreso, per dileguare ogni dubbio, come la scuola sia la maxi struttura portante e trainante per la formazione e il destino del Paese.
In psicologia dell’età evolutiva si dice che “il bambino è padre dell’adulto”, ciò vuol dire che è fondante il ciclo di vita dei giovani ai fini di una socializzazione e realizzazione e il determinarsi di una qualità preziosa dell’esistenza nella società. E’ chiaro che ora il masso pende sul capo degli insegnanti. I genitori sono stati spettatori silenti e a volte anche partecipi, in un certo qual modo, della situazione in cui ha fatto da padrone la didattica a distanza, capendo come è arduo il “mestiere”del maestro della scuola, e con l’emergenza sanitaria le cose più semplici si sono tramutate in maniera più complicata. “Lasciate ogni speranza voi che entrate”, è veramente come ci si agirasse in un girone dell’inferno dantesco, la realtà che aspetta la scuola in questo tempo famoso in dimensione storica. Ma la gioventù della scuola contiene il sapere dei saggi, ed è forte e coinvolgente, è un contenitore di energie che debordano come fuori da un recipiente in cui vi sono la preparazione dei professori e i talenti dei ragazzi. E’ come una casa per tutti, un piccolo mondo senz’altro da esplorare. Quindi pazienza certosina e prudenza sono le premesse basilari da utilizzare a chi affronta il nuovo ingresso a scuola. Guardiamo al futuro speranzosi, abbiamo le carte in regola dalla nostra : l’età. La scuola insegna ad usare la testa, ad affrontare i problemi e a risolverli, abitua al ragionamento e al rispetto incondizionati. La scuola è la stella polare per i giovani che conduce al bello e all’imprevisto da vagliare. Tornare dunque con uno zaino pieno di buona volontà, grande speranza, incommensurabile amore per gli altri è l’imperativo categorico, e sarà più agevole e propiziatorio ricominciare.