L’alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d’un residuo di sogno e d’un principio di pensiero. (Victor Hugo)
La recente mostra, Sfumature d’Artista, presso il Centro Athena di Squinzano – della quale si è occupato il nostro giornale – offre l’occasione per conoscere più da vicino la giovane artista Eliana Calò, docente della Scuola di pittura all’interno del Centro. L’opera scelta per entrare nel suo mondo è Risveglio all’alba (2016), titolo molto suggestivo che ricorda l’omonimo dipinto di Miró, quasi un ritorno ad patres, in senso artistico, a quel Surrealismo di cui i lavori della Calò riflettono echi significativi.
È interessante il suo coraggio nel cimentarsi in un tema così affascinante e non facile per la sua allusione simbolica dell’inizio e della fine, quasi richiamo all’alba e al tramonto del Purgatorio dantesco, metafora della nascita e della morte della stessa luce.
L’apertura della grande scena di madre natura che porta nella sua rivelazione le promesse di un nuovo giorno e di una nuova vita chiede però silenzio, contemplazione, riflessione interiore, oltre ad una laudatio per il dono della sua meraviglia e splendore.
Uno spettacolo suggestivo quello in cui ci traghetta l’artista leccese (classe 1988), le cui opere sono apprezzate in importanti esposizioni nazionali ed internazionali come The Contemporary @ Space di Londra, 2015; Miami, 2016 oltre ad essere pubblicate su Rivista EuroArte e Milano Arte & Quotazioni.
Ciò che colpisce, leggendo il suo curriculum, è la sua determinatezza unita a idee molto chiare. Dopo il diploma presso il Liceo Artistico “G. Ciardo” di Lecce (2007), nel 2012 consegue la Laurea triennale in Tecnologie per i Beni culturali (Università del Salento) e, sempre nello stesso ateneo, la Magistrale in Scienze per la Conservazione e il Restauro (2014). Tra i vari riconoscimenti ricordiamo il Prize City of New York (2014), il Premio d’Onore “Fascino Barocco” di Lecce (2015) e il Premio Lupiae (2016).
Immaginando di guardare attraverso gli occhi dell’artista, ciò che emerge dalle sue opere è una coesistenza tra realtà e immaginario ove, nel “racconto” dei temi, alterna candore e ingenuità, frutto di un’ispirazione poetica autentica. Inserita nell’alveo del surrealismo figurativo, il suo habitat naturale è la fantasia con i suoi rimandi al mondo fiabesco – attraverso il colore che si trasforma in luci ed ombre dentro un rinfrangersi sentito di cromatismi – diventa sogno.
Gli stessi titoli di alcuni suoi lavori come Nulla è come sembra, Illusioni, Estasi, Nuova nascita, Tra sogno e realtà, Illusioni di carta, oltre a rispecchiare ciò, risultano anche proiezioni verso “Nuovi Orizzonti” atti a suscitare emozioni. Trattasi di opere, per dirla con D’Annunzio, che offrono la possibilità di potersi creare “la propria favola bella” all’interno della propria vita.
L’inventio è spontanea e sincera e la stessa gradazione dei colori, autentica modulazione sonora, diventa, anche nell’ opera qui presentata, una modulazione del colore che apre ad una percezione caleidoscopica.
La pittura della Calò è anche freschezza nella rappresentazione della realtà che, pur irreale, a tratti non nasconde vigore – oltre ad un cuore che batte forte verso la vita – come in quest’opera ove, nonostante la presenza di due alberi spogli e di nuvole passeggere, c’è sempre la rinascita.