Lecce – Se ogni anno agli studenti delle scuole di Lecce e provincia viene data la possibilità di vivere un’esperienza toccante, come quella del viaggio con il Treno della Memoria, nei luoghi dove furono deportate e uccise le vittime del nazismo, è solo grazie all’impegno e all’azione dell’Associazione Terra del Fuoco Mediterranea. Presieduta dal carismatico ventottenne salentino, Paolo Paticchio, l’associazione festeggia il suo decimo compleanno e, in occasione della decima assemblea di apertura dell’anno sociale, ha deciso di spegnere le candeline venerdì 10 ottobre, alle ore 20, presso l’ex Convitto Palmieri a Lecce. Un’occasione per raccontare alla cittadinanza quelle che sono state le iniziative portate a termine dal 2005 a oggi e per cominciare a pensare a prospettive e progetti futuri.
Noi di paisemiu.com ne abbiamo parlato proprio con Paolo Paticchio che, nonostante gli impegni sociali e politici (è assessore al Comune di Castrignano Dei Greci, ndr.), ha accettato di buon grado di raccontarci com’è nata l’associazione e quali sono stati i risultati di questi primi due lustri di attività.
Partiamo dall’infanzia: come nasce Terra del Fuoco Mediterranea e come si può riassumere in poche parole il suo percorso di questi primi dieci anni?
“L’associazione è nata nel 2005, in seguito a un viaggio che feci con il Treno della Memoria, alla volta di Auschwitz e Birkenau, organizzato da due associazioni piemontesi, che fra i 700 ragazzi coinvolti riuscirono a inserirne 50 di Lecce e provincia, fra cui c’ero anch’io. Questo viaggio ha cambiato completamente le mie prospettive di vita: volevo studiare Scienze Politiche a Bologna, ma quell’esperienza, oltre ad avermi dato la possibilità di visitare quei luoghi travolgenti, mi ha dato lo spunto per provare a fondare un’associazione leccese sulla falsariga di quelle piemontesi grazie a cui ero partito, che erano semplici gruppi di ragazzi da poco universitari. Insieme ad alcune persone, che avevano condiviso con me l’esperienza, nacque Terra del Fuoco Lecce, che poi cambiò nome in Terra del Fuoco Mediterranea, e dall’anno successivo diventammo gli organizzatori del Treno della Memoria per la regione Puglia. Nel corso di questi anni abbiamo accompagnato circa seimila ragazzi a visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, ed è grazie anche a questi numeri che siamo una delle realtà associative più longeve in questo panorama”.
I festeggiamenti di Terra del Fuoco Mediterranea avranno luogo venerdì 10 ottobre alle 20.00 all’ex Convitto Palmieri: di cosa si parlerà nel corso dell’assemblea e quali saranno gli interventi?
“Dieci anni fa il nostro obiettivo era quello di migliorare il territorio, e volevamo farlo sia rimanendo qui sul posto, sia cercando di dare una formazione alla classe dirigente del futuro. Oggi, dieci anni dopo, il nostro ruolo è cambiato, la nostra idea è quella di considerare il territorio e provare a migliorarlo come se fossimo noi la classe dirigente, anche se di fatto non occupiamo posti importanti nella società. Daremo l’avvio a questo nuovo ciclo proprio venerdì, e proveremo a soffermarci su tre filoni: lavoro, ambiente e tematica generazionale. In un modo o nell’altro, per la regione questo sarà un anno di svolta, e noi non vogliamo essere solo soggetti che evidenziano delle problematiche, ma che organizzano anche dei gruppi di lavoro per dare delle risposte concrete alle questioni più ‘calde’. In particolare ospiteremo alcune testimonianze di esperienze esterne all’associazione: il presidente dell’Axa, Giampiero Corvaglia e Roberto Paladini di EcoFesta per quanto riguarda l’ambiente, la presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Viola Margiotta e la segretaria generale Filcams Cgil, Valentina Fracassi per la tematica che concerne il lavoro, infine Antonio Grassi, che si occupa dei servizi per l’Orientamento dell’Università del Salento, discuterà sul tema ‘generazione’. Finita l’assemblea, che sarà piena di sorprese con un allestimento fuori dal comune, la festa si sposterà al Caffè Letterario”.
Paolo Paticchio presidente ma soprattutto Paolo Paticchio uomo: quali consigli ti senti di dare a chi è ancora scettico riguardo al viaggio col Treno della Memoria, visto che per il tuo percorso professionale è stato così determinante?
“Il viaggio col Treno della Memoria, a mio parere, dà una grande consapevolezza del ruolo di ognuno, in ogni istante della vita, nel contesto in cui si vive. Fa capire che alcuni fenomeni storici, come quello tragico dei campi di concentramento, possono esistere se incontrano un consenso diffuso e ben radicato. Il nazismo non è accaduto perché c’era un singolo al comando e tutti i sudditi al seguito. Il nazismo è accaduto perché era voluto dalla collettività. Questo poiché si pensava che quella fosse la via giusta da seguire. L’esperienza del viaggio fa capire che ognuno di noi non può avere un ruolo secondario, non può essere una mera comparsa, del resto il tema dell’indifferenza è grande nemico della storia e della contemporaneità. È ovvio che come esperienza di vita serve per conoscere il passato e ampliare il bagaglio di conoscenze, ma è ancora più utile per evitare di compiere gli stessi errori in futuro”.
In un’ultima battuta, cosa ti aspetti dai prossimi dieci anni?
“Mi aspetto un salto di qualità, sia da parte del territorio, sia da parte di questa generazione, che deve però saperselo guadagnare”.
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