Aprile 1891: è la data del grande evento. Finalmente il Teatro Comunale, orgoglio della piccola realtà novolese, potrà esprimere le proprie potenzialità.
O meglio, questo potranno fare le decine e decine di giovani operai, artigiani, barbieri e contadini sospinti dal fuoco di una passione senza tempo. A Novoli, tutto conserva l’inconfondibile profumo della tradizione, dai sunetti e dialoghi ad opere di più alta risonanza e per tutte basti citare l’”Amleto” di William Shakespeare, più e più volte rappresentato.
Certamente potrà apparire una forzatura tentare di rinvenire un pur sottilissimo margine di contatto tra il principe di Danimarca e il meno celebre personaggio di una farsa locale in vernacolo, ma non è così. Il minimo comun denominatore è la ragione che ravviva entrambi, il desiderio di raccontarsi, le fosche tinte di un dramma impronunciabile, le brillanti sfumature di una comicità irresistibile (non di grigio, per carità). In una parola sola, cultura.
Questa sera, Novoli, avrà di che fregiarsi della memorabile (che ogni anno resta tale, per un motivo o l’altro …) accensione della fòcara e qualcuno comunichi agli inviati dei telegiornali nazionali che l’accento si trova proprio lì, sulla prima sillaba.
Ma c’è dell’altro. Probabilmente non tutti conoscono l’esistenza della tragedia “Sant’Antonio Abate” nelle versioni di D. Butler e di Brethertan e un numero ancora ridotto sa che sono state messe in scena in quel di Novoli quando, nel dopoguerra, il teatro cattolico seppe risollevare le sorti del Teatro dallo sfacelo imminente.
Risvegliamo il medesimo interesse! Oggi, 16 Gennaio 2013, nei giorni scorsi così come nei prossimi, un calendario ricco di appuntamenti ci attende in Chiesa, nelle piazze, ma anche a Teatro. Il nostro piccolo gioiello deve poter ricevere la gratitudine che merita in quanto scuola di vita, luogo d’educazione e occasione di crescita umana e morale. Lo spunto parte dalla ricorrenza del nostro santo patrono, ma deve affermarsi sempre. Non possiamo permettere che solo una nicchia ristretta di dotti ed eruditi occupi i posti a sedere che, in coscienza, spettano ad ogni novolese in quanto tale e non solo, ovviamente. L’invito è rivolto ai giovani, a chi può consentire che i progetti di menti ferventi possano realizzarsi, a chi crede ancora fermamente, ciecamente nella tradizione e nella cultura.
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