Sternatia (Le) – Si è svolto lo scorso lunedì 7 settembre a Sternatia, in provincia di Lecce, l’ultimo appuntamento del festival del libro “Portami a leggere”, organizzato dall’amministrazione comunale di Sternatia in collaborazione con l’associazione culturale “Up”.
La rassegna, cominciata il 28 luglio, ha ospitato per prima la giornalista e conduttrice Concita De Gregorio che ha presentato il suo libro “Mi sa che fuori è primavera”. Il 6 agosto è stata la volta dello scrittore Stefano Benni e del suo ultimo libro “Cari mostri”.
Serate di grande spessore letterario in un paesino di poco meno di 2500 abitanti, nel cuore della grecía salentina; un piccolo centro curato e sensibile alla cultura che, lunedì sera ha accolto lo scrittore partenopeo in Piazza Castello, all’ingresso di un palazzo Marchesale bello come pochi.
A pochi minuti dalle 21 lo scrittore era già circondato da centinaia di “invincibili” che ascoltavano in religioso silenzio la sua storia: com’è noto, l’autore da più di un anno siede al banco degli imputati con l’accusa di aver pronunciato la sua “parola contraria” sulla questione TAV in Val di Susa e attualmente è in attesa della nuova udienza che si terrà il 21 settembre prossimo. Dopo di che, l’autore ha voluto raccontare la sua esperienza personale con la scrittura: “Spesso mi chiedono come si diventa scrittore. Io rispondo che bisogna leggere un camion di libri, guardare dalla finestra e raccogliere i racconti degli antichi. Nel mio caso sono stato fortunato perché sono cresciuto in una casa con una biblioteca: mio padre aveva pile di libri che cominciavano da terra e finivano al soffitto. Questo mi ha aiutato, come pure la vista dalla finestra della mia casa e i racconti per strada delle donne napoletane.”
Sui racconti delle donne per strada a Napoli si è voluto soffermare con attenzione: “I racconti per le vie di Napoli, fatti dalle donne, da bambini ci insegnavano a vivere. Protagonisti delle storie erano i fantasmi, gli orchi, ma la narrazione ci aiutava a conoscere le paure e ad affrontarle. Perché spesso la paura di ciò che non si conosce paralizza. Io devo dire grazie a quelle donne. “
Non è mancata la parentesi dedicata ai profughi di Lampedusa morti in mare, ai quali è dedicata la preghiera laica “Mare nostrum”: “Nel museo a Lampedusa ci sono biberon, e pure libri. Voi vi chiederete che se ne fa un povero dispersto che attraversa il mare dei libri. Bene, di quella gente che ha perso la vita in mare ora restano libri del corano intrisi di sale…E io credo che questo non possa non dimostrare l’altrissimo grado di civiltà di queste persone”
Per concludere l’incontro Erri De Luca ha risposto ad alcune domande poste dal pubblico. Ne vogliamo ricordare una fatta da un turista, nella quale si chiedeva allo scrittore il perché nel nostro stato ci sia una differenza tra giustizia e legalità e alla quale Erri De Luca ha così risposto: “Il guaio del nostro stato è che per far diventare una cosa legale spesso si ricorre alle deroghe. Una deroga di qua e una di la, il nostro paese è diventato un paese “derogato”, e tra “un paese derogato” e un paese drogato” la differenza è poca.”
Dopo i saluti della presidente dell’associazione “Up”, De Luca si è trattenuto con i fans per il firmacopie come sempre in modo molto disponibile.