Gallipoli (Le) – Si è conclusa la prima tappa di Vele per la Cultura , regata Gallipoli-Valona. Le imbarcazioni che hanno partecipato alla competizione hanno ospitato a bordo gli scrittori Paolo La Peruta, Giovanna Politi, Roberta Zecca, Marco Rizzo e Silvia Sacco Stevanella, primi narratori di questa nuova esperienza e del primo ponte ideale tra la “Città Bella” e Vlora sull’asse Sport, Turismo e Cultura. Dopo aver vissuto le forti emozioni della navigazione, gli scrittori rielaboreranno i loro appunti di viaggio che successivamente verranno racchiusi in un libro, che sarà poi pubblicato in lingua italiana e albanese. Una regata, purtroppo senza vento, che ha saputo regalare grandi emozioni e visioni nuove verso l’altra Europa. Abbiamo posto alcune domande a due degli scrittori partecipanti: Giovanna Politi e Marco Rizzo.
Siete tra i primi a partecipare a questa iniziativa, una nuova realtà quella Albanese, ricca di contraddizioni, basti pensare che fino a qualche anno fa anche l’editoria veniva gestita dallo Stato. Come pensate di dare il vostro contributo? Valona tra passato e futuro, una grande città dove convivono realtà agli estremi della società, grandi e lussuosi palazzi accanto a misere abitazioni. Si può mai pensare che esistano ancora convivenze simili in luoghi tanto vicini a noi?
G. Politi: “Devo ammettere di essere stata davvero lieta ed onorata di aver preso parte ad una così bella e magica esperienza. Spero che tutte le mie emozioni, trasferite su carta, possano giungere dritte al cuore di chi leggerà per far comprendere tutta la bellezza che la visione della costa albanese ha prodotto al mio sguardo. Spero anche che quest’ incontro appena vissuto con un popolo vicino di casa non possa che essere il primo di una lunga serie di sodalizi artistico-letterari, che possano crearsi dei connubi capaci di fondere nello scambio due culture così diverse e perciò così affascinanti al confronto”.
M. Rizzo: “Sinceramente non mi aspetto di essere l’avvio di una nuova strada per l’Albania e credo che nemmeno gli organizzatori abbiano avuto questo fine nell’organizzare “Vele per la cultura”. Parliamo di problemi giganteschi e magari bastasse un’iniziativa del genere a cambiare le carte in tavola! Però può essere certamente un qualcosa in più, un poter dire “in Albania adesso si fa anche questo” e quindi, tramite i nostri racconti, possiamo comunque dare un minimo di ottimismo in più (parlo dal mio punto di vista) a coloro che connotano l’Albania in termini esclusivamente negativi”.
Valona tra passato e futuro, una grande città dove convivono realtà agli estremi della società, grandi e lussuosi palazzi accanto a misere abitazioni. Si può mai pensare che esistano ancora convivenze simili in luoghi tanto vicini a noi?
G. Politi: “Devo ammettere che Valona mi ha sorpreso nella sua più intrinseca essenza, una città dai toni in bianco e nero che però lascia trasparire una certa qual voglia di darsi una mano di colore. Le potenzialità inespresse, canalizzate nella giusta direzione, all’improvviso possono però esplodere. Questo sviluppo, questo tipo di crescita auguro a questa mesta città che, se puntasse sull’accoglienza turistica, se divenisse più ospitale, un giorno potrebbe sorprenderci davvero”.
M. Rizzo: “Purtroppo, e sottolineo purtroppo, sì. Anzi, ti dirò di più, non è voler essere catastrofista, ma rischia di essere una sorta di monito per l’Italia di domani. Non voglio fare parallelismi che non esistono, però secondo me è un dato su cui riflettere. L’Albania ha una storia totalmente diversa dall’Italia, è in una fase opposta alla nostra, però la coabitazione ricchi-poveri nella stessa strada non dev’essere trascurata e il fatto che questo avvenga dall’altra parte dell’Adriatico deve metterci in guardia e meriterebbe ampie riflessioni”.
- Il pregiudizio che si ha verso l’Albania è fondato o la realtà è diversa?
G. Politi: ” La parola pregiudizio non la conosco, non mi appartiene. Chi fa cultura deve cancellare questa parola dal proprio vocabolario e arricchirsi invece nello scambio culturale che nasce anche e sopratutto dalle diversità”.
M. Rizzo: “Ci vorrebbero pagine intere per rispondere a questa domanda, anche perché credo che esistano ‘vari pregiudizi’ sull’Albania, non uno solo. Io ti parlo di quella che era la mia idea di Albania prima di visitarla e, pur avendone visto solo lo 0,1%, posso dirti che, tutto sommato, mi ha piacevolmente sorpreso. Come dicevo prima, il fatto di vedere benestanti e poverissimi ad un numero civico di distanza , lascia un po’ di amaro in bocca. Però poi pensi che t’aspettavi di vedere molta più miseria e allora, guardandola in un’ottica di transizione, ci sta anche questa ‘convivenza forzata’ tra ricchezza e povertà, se il fine ultimo è crescere come Paese e superare anni e anni di disastri. Per cui, la realtà è sicuramente diversa da ciò che s’immagina pensando all’Albania”.
- “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.”, pensando a questi versi del Leopardi e ritornando sulla barca a vela come continuereste?
G. Politi: “Siamo mendicanti d’amore in giro per il mondo, siamo anime nella tormenta sempre perdutamente alla ricerca del segreto per fermare il tempo della felicità. Siamo carne, siamo fiato, siamo acqua e fuoco. Sospesi tra terra e cielo…e poi c’è il mare, dove a volte amiamo naufragare”.
M. Rizzo: “Non ci provo nemmeno a “continuare” dei versi straordinari; già scrivere il racconto su questa splendida esperienza reputo che sia un onore, per cui fermiamoci qui! Dico che il mare ti sorprende sempre, che basta cambiare prospettiva da cui lo guardi e ti fa notare particolari ed esperire sensazioni che in un’altra occasione ti erano sfuggiti. A noi è mancato il vento, ma gli spunti sono stati comunque tanti. Personalmente, ho imparato i vari termini tecnici, tanti aneddoti, grazie alle persone che ho avuto il piacere di conoscere, con cui ho condiviso quei giorni. Per cui, sarà banale, sarà sdoganato e salentinizzato al massimo, ma se uno vuole cercare ispirazione per scrivere una poesia, un romanzo, una canzone, deve solo andare verso il mare più vicino e mettersi in visione e in ascolto. Qualcosa di buono lo troverà, sicuro!”
Ringraziamo Giovanna Politi e Marco Rizzo per la loro disponibilità, ci auguriamo che con i loro testi possano trasmettere le emozioni che hanno vissuto scoprendo l’Albania, questa terra così vicina ma ai più sconosciuta e se nota solo e purtroppo per episodi negativi o poco piacevoli. Mi auguro che questa iniziativa sia l’inizio di uno scambio tra le due terre e che possa arricchire tutti. Buon lavoro e che il mare sia fonte di ispirazione e di unione tra le genti!
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