La bellezza ha sempre dominato nella scena della storia. Ad essa si congiunge l’amore. Basta pensare al Ratto delle sabine compiuto nella Roma del 753 A.C. avvolto nella leggenda. E poi come si dice, facendo un volo pindarico, “evviva le donne evviva le belle donne che sono le colonne dell’amor”.
Chiunque dà per scontato che la bellezza sia uguale a giovinezza. È implicito, ma ci si chiede, lo è anche per la Venere di Milo? Priva delle braccia e quanti anni ha? È immortale dunque? Giovinezza uguale a bellezza, stanno sullo stesso piano? Giovane è la Gioconda senza età e la venere di Botticelli. Quindi Afrodite, quante migliaia di secoli ha? Una cosa è certa, a parte la giovinezza o la bellezza consegnate dalla storia all’eternità, le mamme invitano le figlie a capitalizzare la giovinezza e la bellezza perché “scadono” e si potranno anche per poco diciamo volgarmente “monetizzare”. E chi ha una giovinezza che non è congruente con la bellezza, come è accaduto per personaggi della mitologia classica? Ma spicca al centro Ebe, la dea della giovinezza, figlia di Zeus, il padre degli dei e di Era, regina degli dei e dea del matrimonio e della famiglia, fu riguardata dagli antichi greci come la personificazione della fiorente giovinezza appunto. Appare più volte nei poemi omerici. Nella mitologia romana la corrispondente è Iuventas. Prendendo in considerazione che l’eterna giovinezza è un aspetto importante per l’Olimpo, è difficile valutare precisamente il ruolo di Ebe. Probabilmente in un periodo arcaico del mito la sua presenza era necessaria nel conferire agli dei la loro eterna giovinezza. Giovane è bello, e bello è giovane e sinonimo di estetica ed estasi! Per trarre piacere dalla visione delle meraviglie, si invita i lettori a contemplare e meditare gli ambienti naturali aperti e sui simulacri presenti e ospitati presso i musei e di non divinizzare gli umani!