Comunicare non vuol dire semplicemente da una parte parlare e dall’altra sentire. Ma ascoltare, e poi “abbracciare un concetto”, comprenderlo, accoglierlo e restituire il favore a chi lo emette. Vi sono tante modalità di comunicazione, tipico del linguaggio parlato è poi il canto, ma sussiste anche la comunicazione analogica, ovverosia simbolica, come le arti figurative, pittoriche, scultoree e altro ancora. Esempio di stragrande importanza, la moda, che è comunicazione in codice. Ciò che fa il piacere del corpo e della mente, il cibo, consumandolo, diventa companatico della comunicazione. Ma a proposito di quella globale e inter-attiva, il sentimento più antico per eccellenza, l’amore, con esso si comunica un bisogno di assoluto, di unione e condivisione. Non è da meno l’amicizia, per la quale pur di averla si chiede tanto, “uno per tutti e tutti per uno”.
La comunicazione per così dire ombelicale tra madre e figlio nella placenta che si prolunga in maniera nuova nella vita post-natale. I segnali come pianto e riso sono dimostrazioni di attenzione che mettono chi le richiede al centro, preparando l’altro ad intervenire in prima persona. La stretta di mano, oggi evitata dalle misure di restrizione anti covid, è segno di un patto che non deve essere violato, segno di fiducia, affidabilità e stima. Anche potendo, non a tutti si stringe la mano! E non finisce qui! Che dire dei mass media, ovvero del Quarto potere, secondo Orson Welles, il film del 1941, basato sul significato e la funzione della stampa come veicolo di orientamento dell’opinione pubblica, appunto al 4° posto dopo i poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Dopo di esso c’è la TV e ancora la pubblicità. Forme diverse di comunicazione tutte in maniera intensiva che trasmettono continuamente e a livello subliminale messaggi al pensiero. Chi vuole comunicare sia consapevole che dispone dei cinque sensi preposti al godimento della presenza del suo essere nel mondo!