Per meglio comprendere il decorso dell’emancipazione femminile e da che cosa nasce è essenziale mettere i puntini sulle i riguardo ai vissuti maschio femmina. Si è mai pensato a quello che gli uomini non sanno dire? Facendo un viaggio ideale nella psiche di lui si incontrano per lo più emozioni considerate negative anziché quelle femminili caratterizzate da gioia , amore e passione. Ciò che si staglia dallo sfondo è la tendenza a tacere, propria dell’anima maschile. In molti uomini si assiste a una sorta di “rivolgimento” che lo porta alle sue immagini tradizionali di virilità ancora ben accolte, tenuto conto che nel senso opposto ultimamente viene ritenuto come psicologicamente debole.
In una relazione di coppia vigono sperequazioni sessiste secondo cui l’uomo deve essere forte e virile ma anche nel contempo tenero e sensibile, spiritoso e divertente e ottimo ascoltatore. E’ richiesta non ultima la capacità empatica di esplorare quindi non solo lo stato d’animo della partner ma anche quello proprio. Questa istanza, talvolta, all’uomo appare eccessiva e dunque a differenza della donna, che spacca il capello in quattro per capire ciò che prova, l’uomo sceglie la compagnia di altri uomini meno introspettivi, o rifugiarsi al bar o al circolo sportivo. In tale circostanza l’uomo ha la sicurezza in sé di ciò che lo attende e a cosa deve prepararsi al dialogo tra pari. Ecco perché i contatti tra uomini sono meno soddisfacenti e gratificanti a livello personale, ma indubbiamente tanto meno complicati.
Sebbene in ogni caso all’uomo viene formalmente riconosciuto un ruolo nell’abbraccio della realtà emotivamente significativo, fortunatamente oggi non è più costretto a vivere l’aspetto comunicativo separatamente e a fuggirlo. Ma, attenzione, la donna è più brava nel penetrare l’animo umano, avendo da secoli l’abitudine di curare in casa prole e familiari anche non autosufficienti. Le relazioni squisitamente psicologiche hanno una matrice che propende al femminile e qui è il segreto della comprensione della coppia. La generosità femminile e l’accoglienza diventata anche propriamente maschile e i tratti pragmatici che sono appannaggio del sesso comunemente definito “forte” configura un’irrinunciabile assetto se si vuole “costruire” una relazione che abbia i connotati stranamente della reciprocità e della lunga durata. Di recente si mette l’accento sul valore della somiglianza fra gli esseri che vivono insieme trascurando la verità “storica” che anche gli opposti si attraggono. Permane un tratto che ha ciononostante un certo charme, come l’istinto “aggressivo” maschile dove aggredire significa nella sua radice etimologica ad-gredior, andare verso e poi l’aspetto della forte prestanza che è il suo io, primo attore della sua esistenza. Dunque bando ai particolarismi, intuizione e forza, rappresentati da donna e uomo fanno una miscellanea vincente!