L’Editoriale
Festeggiare il 2 Giugno provando un forte senso di nostalgia, non è un buon inizio. E non è dovuto al fatto che la festa sia capitata proprio di domenica (anche se…), ma piuttosto ad una strana sensazione di quello che poteva essere. Un po’ come quando arriva l’anniversario di morte di un nostro caro, ti svegli col magone, poi riguardi la sua foto ed abbozzi un sorriso ripensando ai bei momenti.
Oh cavolo! Ho paragonato la Repubblica ad un morto e una festa per una nascita ad un funerale!
Ecco a cosa è dovuto il senso di nostalgia. Festeggiamo una Repubblica che fu, mai la Repubblica che “è” e tantomeno quella che “sarà”! Il tasso di disoccupazione continua ad essere allarmante, soprattutto al Sud ma, più che ai soliti freddi dati Istat, dovremmo guardare all’unico dato incredibile; i nostri giovani non iniziano nemmeno a cercare un lavoro perché sono convinti che non ci sia. Tutto questo si chiama sfiducia, rassegnazione, senso d’impotenza. Ci siamo arresi. Un Paese che non investe sulle giovani menti è un Paese vecchio, col cuore spompato, i muscoli rinsecchiti, i polmoni atrofizzati. Siamo un Paese che non produce più nuove cellule pronte a rinnovarsi. In questo clima poco rassicurante, festeggiare la nostra Repubblica è difficile. Così com’è difficile ascoltare le parole del Presidente Napolitano.
Ascoltare le sue parole infonde un sentimento di rabbia e frustrazione e non perché non abbiano senso, ma sembrano essere ormai fuori tempo massimo. È come ricordare di avere un ottimo gelato in freezer solo quando ormai è scaduto. “Vigilare sui partiti” affinché siano “laboriosi”, evitare che litighino perché siamo ormai nel tempo della “responsabilità” e bla bla bla, sono concetti triti e ritriti che non fanno paura ai partiti e a nessuno, tantomeno motivano gli italiani, stanchi come sono di cercare ormai qualsiasi cosa.
Questa volta, però, abbiamo un tempo: “Di qui al 2 giugno del prossimo anno, l’Italia dovrà essersi data una prospettiva nuova, più serena e sicura”, per cui c’è solo da aspettare un anno e tutto si sistemerà, anche festeggiare la nascita della nostra Repubblica sarà più facile e gradevole. Per arrivare a tale data ripuliti come un bebè dopo il bagnetto, non è necessario solo l’impegno dei politici ma anche il nostro. Secondo Napolitano serve, infatti, l’impegno di tutti e, ancor di più, serve “coraggio”; di quello, caro Presidente, abbiamo fatto la scorta, forse potremmo addirittura istituire una cattedra per i nostri cari politici.
Buon 2 Giugno a tutti!
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