Dovrebbe essere la festa delle feste, la rinascita del nostro Bel Paese. La fine di un periodo buio, triste, povero, invece a qualcuno, a volte, torna un po’ di nostalgia.
Da cosa ci siamo esattamente liberati? Il ventennio fascista non dovrebbe mai essere rievocato con sentimento nostalgico, ma con rabbia e frustrazione.
Allora perché chi ha vissuto anche solo attraverso gli occhi dei propri genitori quel periodo riesce a trovarne anche molti lati positivi?
Non marchiateci come fascisti, non lo siamo e mai lo saremo. Solo fa tanta rabbia sentire gli anziani ripetere “Ai tempi di Mussolini…” come fossero gli anni d’oro, del boom economico, dell’Italia che tutto poteva. Fa rabbia perché questa maledetta nostalgia sia solo frutto dell’inerzia degli ultimi anni che spesso picchia più forte di un manganello. Come si è ridotta questa nostra povera Italia, che rattoppa malamente le scuole costruite da Mussolini, che viaggia sulle strade di Mussolini, che vanta una rete idrica e fognaria sui cui tombini vi è ancora il fascio.
Povera Italia! Libera dal regime nazi fascista per poi cadere vittima tra le mani di Governi non eletti, collusi con le mafie e le banche, governi grazie ai quali le strade sono crollate, le reti idriche esondate, le scuole cadute in testa agli studenti. E allora c’è da domandarsi che differenza ci sia tra una sfilata di capi del governo impuniti, non eletti, che amministrano la cosa pubblica aggirando le leggi e un governo in divisa militare che irrompe e si impone con la violenza?
Forse nessuna, o forse c’è da dire che alla violenza ci si può ribellare. Siamo passati dal regime in divisa militare a quello in doppio petto.
Povera Italia non sei libera per nulla, sei ostaggio di una mentalità mafiosa radicata che nessuno, nemmeno il “nuovo che avanza”, vuole estirpare. I partigiani non esistono più, hanno smesso di lottare dopo l’assassinio di Benito Mussolini, uno fra quelli (forse fra i pochi) ad aver pagato i propri crimini.
C’è poco da festeggiare. La festa della Liberazione deve ancora arrivare.