Afghanistan, l’Italia piange un altro militare ucciso

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L’Editoriale

Giuseppe La Rosa

“Elementi ostili” hanno attaccato i nostri militari impegnati in Afghanistan. Elementi ostili, cosa mai vorrà dire? Un elemento ostile è forse un ragazzo che fa il bullo a scuola, un politico costantemente bastian contrario.

Cosa diremo a quelle mamme, a quelle mogli, ai padri, ai figli, che un elemento ostile ha assassinato, ferito, mutilato uno dei suoi cari?

Quelle famiglie vorranno sapere il nome e il cognome del criminale che ha compiuto tale gesto, vorranno vedere la loro faccia e magari sapere dove abita. Non gli si può dire che un elemento ostile ha compiuto simile gesto. E non fa differenza se ci troviamo in Italia, in America o in Afghanistan: un elemento ostile è solo un vile criminale, senza differenza.

Sono tanti, troppi i giovani, specie meridionali, caduti nelle zone di guerre, mentre compivano il loro lavoro o, meglio, la loro missione. Non conta poi se lo facciano perché lo hanno sempre sognato, per soldi o per la carriera. Compiono il loro dovere come ognuno di noi e meritano rispetto, a prescindere dalla nostra opinione, a prescindere se pensiamo che sia giusto o sbagliato.

Ore 7 italiane: un Paese intero si sveglia con la più triste delle notizie. Un criminale ha infilato una bomba a mano nella Lince dei nostri militari che ritornavano alla base, nell’Afghanistan meridionale nella zona di Farah, uno dei territori più ostili della Regione. Il mezzo rallenta ad un incrocio, un attimo, una vita spezzata e altre tre ferite. Almeno questo è ciò che emerge da una prima e sommaria ricostruzione, tutta ancora da verificare. L’unica cosa certa è che Giuseppe La Rosa 31enne siciliano, capitano dei Bersaglieri della Brigata Aosta non ce l’ha fatta. Un elemento ostile lo ha portato via, un elemento ostile in un territorio di guerra. Una definizione quasi ridicola in un territorio dove la guerra è il pane. Forse l’aggettivo non cambia la sostanza dei fatti ma fa, comunque, rivoltare lo stomaco. Ogni cosa va chiamata col proprio nome. L’essere vivente o gli esseri che hanno compiuto tale gesto, sono sanguinari criminali, uomini senza scrupoli e senza legge.

E si ritornerà a parlare del perché le nostre truppe sono ancora lì, politici e opinionisti si scontreranno nei vari talk su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato.

Lui, Giuseppe, diventerà cibo per maiali e vetrina per le scrofe. Alle famiglie dei militari restano solo lacrime amare e speranza. La speranza che quel maledetto telefono squilli e dia loro notizie confortanti sul loro caro. Tre sono i militari rimasti feriti, sulle loro condizioni non si sa ancora nulla. Noi ci auguriamo di vederli rientrare presto in Italia con le loro gambe e con la speranza ancora viva nel cuore.

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