L’editoriale
Non esistono più le stagioni di una volta! È proprio così, questo nostro clima sta cambiando troppo in fretta. Un tempo, nel week end elettorale, il tempo era così caldo e soleggiato, che passare anche solo cinque minuti nel seggio elettorale era considerato spreco! Invece, questa volta, arriva Ginevra a cambiare le cose, a spezzare le vecchie sane abitudini di una volta, speriamo che non arrivi pure Lancillotto a portarci via le polpette al sugo domenicali della nonna!
Ironia a parte, dobbiamo seriamente prepararci all’apertura dei seggi elettorali per il rinnovo dei consigli comunali. Nel Salento i comuni al voto sono dodici: Alezio, Giurdignano, Monteroni di Lecce, Montesano Salentino, Salve, San Donato di Lecce, Sannicola, Santa Cesarea Terme, Spongano, Squinzano, Surbo e Vernole, tutti al di sotto dei 15 mila abitanti e, di conseguenza, non ci sarà turno di ballottaggio. Questa volta gli elettori non avranno scuse, nonostante ci si prepari a salutare Maggio, il meteo ci regalerà un week end autunnale anche al sud, tutti ai seggi dunque!
Ciò che subito salta all’occhio nelle amministrative 2013 è la compulsiva presenza delle liste civiche rispetto alle classiche liste politiche. Alta è anche la presenza femminile, segno che qualcosa sta cambiando. In generale molti concordano sul fatto che l’elezione amministrativa possa andare in controtendenza rispetto a quella politica; spesso nel rinnovo del consiglio comunale non si guarda il simbolo che si crocia, bensì la statura morale del candidato.
E allora mi domando e dico: perché fare questa differenza? Se ho l’intelligenza di premiare una persona che credo e spero possa far bene per il comune in cui vivo, perché devo invece radicarmi ad uno (stupido) simbolo quando devo scegliere chi governerà il mio Paese? Angià! È una questione di coerenza …
Ma non erano gli stupidi quelli che non cambiavano mai idea? Cari elettori, andiamo a votare con una mano sul cuore e prendiamo esempio da ogni elezione comunale, perché in fondo è così dalla notte dei tempi. Incominciamo ad aprire il cervello come fosse un paracadute (il nostro paracadute) ed iniziamo ad invertire l’ordine degli addendi. Non è la “nostra” coerenza che deve segnare la fatidica “X” su un simbolo, bensì la “loro”. Alle urne non ci vanno le pecore, ma persone pensanti che dovrebbero ben ponderare quando un politico, un partito, un Governo ci ha delusi e decidere che col mio voto posso punire la sua incoerenza.
Qualcuno obietterà che spesso il voto nelle amministrative sia un voto di scambio; “Gli devo una favore”, “Siamo compari” sono frasi ricorrenti. Ma cerchiamo di prendere il meglio da ogni cosa. Il fatto che in questo fine settimana a contendersi la poltrona di Sindaco siano candidati per la maggior parte di liste civiche, ci fa capire che qualcosa nella politica e nel modo di vivere la politica sta cambiando. I simboli dei partiti storici forse, sono diventati sinonimo di cattiva pubblicità e di vergogna per coloro che hanno deciso di intraprendere questa avventura nel loro comune. Forse è davvero questa la rivoluzione e l’idea dello svecchiamento. In un Paese civile dove il concetto di democrazia è ormai radicato, il simbolo e l’ideologia iniziano ad essere “aria fritta”. Dai politici ci si aspetta serietà, correttezza, onestà (non solo intellettuale) e amore per il proprio Paese a prescindere dalla casacca che indossino. Riflettiamo: accade spesso che, in un comune colloquio con gli amici, rimpiangiamo uomini politici, ormai scomparsi, e mai il simbolo a cui appartenevano. Per cui, miei cari elettori, impariamo ciò che di buono si può imparare da queste amministrative 2013; le utopiche ideologie sono oramai crollate. Non abbiate paura di togliervi quella casacca che per anni vi ha convinto di essere persone coerenti, no! Vi ha reso orientati alla massa.
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