L’Editoriale
Ad un mese dalle elezioni politiche siamo già in campagna elettorale.
Voi tutti ne avevate avuto notizia?
Notizia magari no, ma sentore si, dato che il Governo “latita”. In questo clima di stallo ci pensa come sempre il Cavaliere a rompere gli indugi, bravo com’è a non perdere l’attimo fuggente.
Una Bari blindatissima quella che poche ore fa ha ospitato la kermesse di Berlusconi.
Con la sua solita “ironia” ha sparato a zero contro tutti e, sfruttando la scia, ha provocatoriamente ipotizzato le elezioni a giugno prossimo.
Giugno? Ma è tra un mese! Avremo il tempo di studiare per prepararci? Io devo ancora memorizzare i nomi di Presidente di Camera e Senato, gli ospiti fissi di Ballarò e tutti i nuovi opinionisti del Movimento 5 Stelle!
Siamo in un momento storico in cui essere elettori è più difficile che essere eletti, in un epoca in cui il “Governo del popolo”, la tanto ambita democrazia, pesa su di noi come un macigno, una responsabilità che onestamente, a volte, non ci compete. I battibecchi tra Berlusconi e Bersani spacciati come strategie politiche, mentre si tratta di una inutile corsa al potere. Dialogare con il Pdl significherebbe sfiduciare gli elettori secondo Bersani, che teme anche un’impennata dei consensi per i grillini. Ma chi ci crede più? Gli italiani hanno bisogno di volti freschi ma preparati, di giovani carismatici folli, magari, ma ricchi di idee oggettivamente valide e non di menti stanche.
Intanto questa clima di stallo, questo ennesimo fallimento della politica italiana, questa ennesima occasione mancata per il Pd che avrebbe potuto, compiendo scelte diverse alla radice, conquistare gli elettori e garantire un Governo di larghe intese, ha lasciato lo spazio per la rimonta del Cavaliere il quale, facendo passare il tutto come un enorme sacrificio, si propone come prossimo candidato del Pdl. Forse, questa volta, avrebbe anche i numeri. Gli elettori del Pdl stanchi, che avevano compiuto scelte differenti in queste ultime elezioni forse, dico forse, stanno tornando all’ovile. L’ondata quasi rivoluzionaria del day after è stata solo un’illusione durata poche ore.
Gli ultimi tentativi di Napolitano di sistemare le cose sembrano non produrre i loro frutti. In fondo non si poteva lasciare il peso di tutti questi errori sul Presidente uscente. Lui sta ormai facendo gli scatoloni per lasciare il Quirinale e a noi italiani tocca assistere alla propaganda dei vari partiti per la designazione del nuovo Presidente della Repubblica. Cosa volete che gliene importi della sorte politico-economica del Bel Paese? C’è una nuova corsa alla poltrona da portare a termine. Il loro sport preferito.
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