Smaltita la delusione per la proclamazione di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019 e fatti i complimenti alla città lucana, occorre fare una serie di considerazioni sul percorso che, per due anni, ha entusiasmato le sei città finaliste: Lecce, Matera, Ravenna, Cagliari, Siena e Perugia. Era impossibile sviluppare qualsiasi ragionamento lucido e imparziale con ancora nella testa e nel cuore gli oltre duecento cittadini che hanno deciso di ritrovarsi presso il MUST (Museo Storico della Città di Lecce) per seguire in diretta il verdetto. Nella sala faceva un caldo infernale, tantissime persone sono rimaste in piedi o sedute per terra e lo streaming non andava un granché: probabilmente a casa sarebbero stati tutti più comodi ma era la voglia di sentirsi parte di una comunità, la voglia di costruire qualcosa di grande, la voglia di cambiare.
Arrivate le 17.30 l’ansia era alle stelle: “non è che l’hanno già fatta? Era alle 17.00 e ancora non è partita la diretta” mentre una voce ripeteva “Per favore sedetevi per terra per permettere a tutti di vedere il maxischermo”. Ad un certo punto una chiamata skype interrompe la monotonia della schermata del sito del Ministero e sul telone appare Airan Berg con tutti coloro che lo hanno accompagnato a Roma. Non funziona l’audio ma anche lì è un tripudio di sguardi e speranza: si vede. Preso atto dell’impossibilità di comunicare via Skype, il flusso di informazioni inizia ad arrivare via SMS secondo dopo secondo: “ci hanno chiamati”, “stiamo entrando”, “è entrata la commissione” ecc. I commissari iniziano con i ringraziamenti di rito e, pochi secondi dopo, una voce malinconica pesa come un macigno: “E’ Matera”. La speranza che si tratti di uno scherzo o di un errore, visto che nessuno ha voglia di scherzare, riempie la sala ma poco più tardi arriva la conferma da Dario Franceschini: è Matera. Una bambina piange perchè ha sentito che Lecce ha perso pur non sapendo bene si cosa si tratti, la mamma cerca di consolarla e ogni tanto esclama: “è una leccese convinta”; poi girata verso di lei “abbiamo comunque vinto, e sai perché? Perché siamo i più belli di tutti”. Come era possibile scrivere dopo questo cocktail di emozioni? Proviamo a fare ora un’analisi.
I Criteri: sfatiamo un mito – Dopo la sconfitta, sono tanti i leccesi che si chiedono come sia possibile che una città così bella e ricca di opere d’arte sia stata sconfitta da una concorrente con una attrattività nettamente minore da questo punto di vista. La risposta è semplice: la bellezza della città e le opere d’arte non rientrano tra i criteri di giudizio. Leggendo il bando pubblicato dall’Unione Europea, l’assegnazione si basa su quattro principali criteri: Progetti per il futuro (il futuro conta più del passato); Enfasi alla “dimensione europea” della candidatura; coinvolgimento di città e cittadini; sostenibilità del progetto. Non vi è traccia, quindi, nè della situazione culturale dei cittadini, nè dei problemi che pure ci sono in tutte le città, nè della bellezza della città.
Bando o Riconoscimento? – Una delle prime cose che occorre capire parlando di Capitale Europea della Cultura è quale sia il vero scopo di questo riconoscimento: mira a promuovere il turismo incentivando flussi turistici verso il territorio nazionale e locale o ad aiutare chi ha più bisogno di fondi? La capitale, in genere, è un riconoscimento che viene assegnato per risultati raggiunti e non programmati o peggio ancora sperati. Dal punto di vista turistico (soprattutto in termini di trasporti), Matera ha un’organizzazione pari quasi allo zero: non ha aeroporto, ha una piccola stazione ma non è raggiunta dalle ferrovie dello stato. Come ci arriveranno i tanti turisti che andranno a vedere, già dall’estate prossima, la “futura Capitale Europea della Cultura”? Ai posteri l’ardua sentenza. Se l’obiettivo era quello di aiutare le città che hanno più bisogno di fondi, non sarebbe stato più giusto e corretto stanziare un semplice bando di finanziamento? L’unione europea parla di una proposta che costituisca “parte integrante dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della città” ma non fa cenno al fatto che debba vincere la città che ne ha più bisogno. In tal caso il lavoro di due anni risulterebbe poco più che una sceneggiata.
Questione di endorsement – In realtà non sarebbe nemmeno venuto il dubbio che questo riconoscimento fosse stato trasformato in un “aiuto a chi ne ha più bisogno” se non ci fosse stata un’uscita quanto meno discutibile dell’Ex ministro dell’economia Giulio Tremonti (https://www.youtube.com/watch?v=C0RLBq0fvOg). Secondo l’ex Ministro, che pure a suo tempo pare avesse detto che “con la cultura non si mangia” (usiamo il condizionale perché la frase, dopo un, è stata smentita), Lecce e le altre città hanno già avuto molto concludendo con un chiaro “io dico Matera come riscatto storico: è quella che ha sofferto di più prima”. Come se le altre città (soprattutto del sud) non avessero sofferto e non si fossero rialzate con le proprie forze anche senza ricevere piogge di finanziamenti in quanto Capitali Europee. Al di là della condivisibilità del pensiero di Tremonti, ci si chiede quanto sia stata opportuna una esternazione così pesante anche perché fatta da un personaggio del suo calibro nel clue della fase decisiva di questa corsa entusiasmante ed estenuante. Gli endorsement sono opportuni in politica, non in situazioni in cui si deve dare un giudizio quanto più oggettivo e imparziale possibile.
Puglia e Salento non pervenuti – Ad aver spostato l’ago della bilancia dalla parte di Matera, c’è senza dubbio il maggior sostegno che la neo-capitale ha ricevuto dalla Regione Basilicata. A parte la scarsa coesione registrata in Puglia dove, in un primo momento, sono state ben tre le candidature per lo stesso titolo (Lecce, Taranto e Bari), è inevitabile sottolineare la quasi totale assenza di sostegno da parte dell’ente del turismo regionale. Analizzando l’attività dei canali social istituzionali negli ultimi 10 giorni (“viaggiareinpuglia.it” e “Basilicata Turistica” per facebook, “@viaggiarepuglia” e “@Basilicata_tur” per twitter) è facile elaborare dei dati: “viaggiareinpuglia.it” ha pubblicato un solo post su Lecce2019 contro i 6 di “Basilicata Turistica” mentre il conteggio dei tweet vede la Basilicata in vantaggio per 23 a 5. Il conteggio ovviamente, si ferma al momento della proclamazione visto che, dopo, è normale e prevedibile una maggiore attività da parte dei vincitori. Questo dato ha inciso poco sul risultato? Può essere, anzi, sicuramente; ma è utile per capire quanto le due regioni tenessero all’iniziativa. Facendo uno zoom sul Salento, la situazione non cambia di molto. A parte Brindisi che è stata inclusa nella candidatura, quasi nullo è stato l’impegno politico da parte di esponenti della provincia e dei tanti politici leccesi che, pur stando a Roma, non hanno ritenuto opportuno impegnarsi per sostenere la causa. Volendo pensar male sull’assenza di sostegno da parte della Regione Puglia si potrebbe pensare che a Bari convenisse più una Matera dove, per andarci, bisogna passare da Bari che una Lecce con cui Bari verrebbe solo sorvolata. Ma noi crediamo alla tesi della disattenzione anche perché l’assenza agghiacciante è stata anche dei salentini (dei leccesi, dei brindisini, e dei tarantini che pure si dice che appartengano (o effettivamente appartengono) al “Salento2019”.
I salentini – Un altro dato evidente per chi è stato a Matera in questi ultimi mesi, è come questa candidatura fosse estremamente sentita da parte di tutta la popolazione. Nel Salento, per un motivo o per un altro (forse la fama è nemica della fame?), sono stati in molti quelli che hanno snobbato questa candidatura perché “non c’è lavoro”, perchè “ci sono cose più importanti a cui pensare” o anche perché “tanto non vinceremo mai”: proprio per trovare una soluzione ai tanti problemi la vittoria sarebbe stata un gran bel risultato. La partecipazione popolare sì che era tra i criteri di valutazione…e sicuramente non sarà stato un punto a favore di Lecce2019. Più che un punto a favore di Matera, forse, la partecipazione popolare ha costituito proprio il fattore determinante. Ha reso più facile tutto: dagli eventi alla campagna di comunicazione passando per la programmazione.
#indietrononsitorna: ripartire dai volontari – #Indietrononsitorna è l’hashtag lanciato sui social network dall’assessore Alessandro Delli Noci, fin dall’inizio convinto sostenitore di Lecce2019 e delle potenzialità di questa città. Lecce non sarà Capitale della Cultura ma è già cultura: se si continuerà sulla scia dell’ultimo anno, Lecce avrà comunque vinto. Dopo qualche giorno passato a smaltire la delusione, bisognerà ripartire da qui: dai volontari, dagli sguardi, dagli abbracci, dalle idee, dalle iniziative: dalla cultura! La città deve essere grata a chi ha messo faccia e qualcos’altro in questa iniziativa. Al comitato di Lecce2019 non va il peso della sconfitta, ma l’onore di aver portato Lecce ad un passo dal traguardo che due anni fa chi non accetta di correre il rischio di perdere giudicava irraggiungibile (grazie ragazzi!). Bisogna ripartire da loro, dai politici di destra e sinistra che ci hanno creduto veramente, dai cittadini che hanno anche solo tifato.
#noisiamolecce2019, #noisiamoCULTURA, #indietrononsitorna.
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