L’Editoriale
È tempo di bilanci. Il 2013 volge al termine e ognuno inizia con la lista dei buoni propositi per il nuovo anno. Non è semplice, soprattutto non è semplice avere fiducia nel domani o in ciò che verrà. Gli anni passano e nulla sembra cambiare se non in peggio. Il governo minaccia nuove tasse, poi rimanda, rimpasta e questa costante incertezza ci allontana dalla voglia di nuovi progetti.
Il 2013 di buono ci ha portato Papa Francesco che con la sua semplicità ha aperto il cuore di molti. Un Papa che si è letteralmente spogliato di fregi barocchi e croci d’oro e che ha deciso di scegliere un nome difficile, che più che altro designa una missione. Al di là di ogni facile battuta su come la vita, la politica ci abbia costretti ad una vita più modesta, anche noi dovremmo imparare a “spogliarci” delle inutilità.
Facciamo un passo indietro: abbiamo davvero passato un Natale diverso dagli anni scorsi a causa delle crisi? Sono mancati sulle nostre tavole panettoni, spumanti, vini, e ogni ben di Dio? No! Abbiamo rinunciato a quel giocattolo costosissimo per nostro figlio? No, non lo abbiamo fatto perché siamo convinti che siano quelle le cose che rendono le nostre feste e i nostri figli felici.
La felicità è un’altra cosa e non si compra col denaro. Impariamo quanto più possiamo da questo Papa. Cerchiamo di agire con umiltà e discrezione, cerchiamo di fare ciò che possiamo per gli altri senza pretendere nulla in cambio, smettiamola con le chiacchiere e smettiamola da subito.
Chiediamoci cosa stiamo facendo per la notte del 31, rivediamo le priorità, siamo ancora in tempo per cambiare le cose. Rovistiamo nei nostri cassetti e vediamo quanti “botti” abbiamo comprato. Vediamo quanti soldi abbiamo speso (in barba alla crisi) alimentando, probabilmente, il mercato dell’illecito. Sottolineo probabilmente e non scrivo inconsapevolmente perché, a dirla tutta, sappiamo bene da dove vengono quei “cosi“. Non insegniamo ai nostri figli che sono divertenti, dimostriamogli piuttosto che ci si può divertire senza: senza farsi saltare in aria una mano o senza far morire un cane d’infarto. Non facciamo come sempre spallucce pensando che tanto lo fanno tutti e noi non cambieremmo le cose. Incominciamo da qualche parte. Ogni grande cambiamento della storia è avvenuto perché un singolo ha versato quella goccia nell’Oceano. Siamo tutti colpevoli e siamo allo stesso modo tutti capaci di cambiare le cose. Non aspettiamocelo dagli altri, incominciamo noi, abbandoniamo le chiacchiere e vestiamoci di cose vere. Sarebbe una fine d’anno perfetta se ognuno di noi non dovesse imporsi buoni propositi ma dicesse: “Mi accontento di vivere un anno come quello trascorso”!
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