Senza le foto la Storia sarebbe solo una bella fiaba da raccontare

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A poche ore dall’ennesima strage di migranti si accendono i riflettori sulle immagini di quei poveri corpi straziati sul web. Così, improvvisamente, non è l’eccidio ad indignarci e a farci ribellare, ma lo “schifo” che quella foto rappresenta. Con quei corpi muoiono i nostri veri valori. La storia è fatta di immagini forti. Noi ve ne riproponiamo qualcuna.

Napal in VietnamStiamo diventando il popolo del pettegolezzo. Stiamo dimenticando quanto sia indispensabile indignarsi e poi reagire ai soprusi. Siamo lì seduti comodi in poltrona e ci lasciamo inebetire dai talk, quelli che scavano nelle vite dei morti, che analizzano persino gli scontrini, che intervistano i cani, che ricercano esperti di tutto e di niente. Ma quelle foto no! Per favore non pubblicate quelle foto! Quelle proprio non si possono guardare rovinano il pranzo, la colazione e la cena, mancano di rispetto a quei morti. Bella gente che siamo.

Si è scatenata una polemica su Facebook che quasi ci si rivolgeva all’associazione dei consumatori per lo schifo. Ma che vergogna mancare di rispetto così ad un morto! Facciamo pena. Siamo ipocriti, bigotti, superficiali.

Io, al contrario, avrei preso i corpi di quei poveri bambini e li avrei messi tra le braccia dei potenti della Terra, altroché!

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Da che mondo è mondo, la cronaca nulla sarebbe senza le immagini e, quando le macchine fotografiche non c’erano, ci pensavano gli abili pittori a disegnare il dolore delle guerre, lo strazio dei civili e dei soldati. Conosceremmo davvero la tratta degli schiavi neri, le guerre puniche, le crociate se qualche abile artista non ce ne avesse lasciato traccia? Sarebbe davvero bastato un paragrafetto di un libro di storia a raccontarci il genocidio degli Ebrei, la guerra in Vietnam, la violenza sulle donne e i bambini nel mondo intero? No! La storia è solo fiaba senza le immagini, noi non saremmo giornalisti senza l’obiettivo tra le mani.

Ora vi domando perché non vi fanno schifo tutti quegli pseudo conduttori che suonano ai campanelli della gente distrutta dal dolore, a rigirar il dito nella piaga? Perché quei programmi fanno milioni di ascolti e una foto della REALTÀ su Facebook vi fa ribrezzo?

Lascio a voi la risposta. Io credo solo che abbiamo dimenticato il valore della vita, abbiamo dimenticato l’importanza dei documenti che hanno permesso (forse) che tanti errori non si ripetessero.

Signori miei, la vita è fatta di immagini a volte crude, a volte dolci.

Non facciamo polemica sol perché la foto di un bambino morto in quel modo risveglia le nostre coscienze mentre noi le vorremmo dormienti.

Guardiamo quelle foto e ribelliamoci al dolore!